Il vino, la vigna, l’uva in Sardegna
di Luciano Baldassarre
Cenni sulla Sardegna, ovvero usi e costumi amministrazione, industria e prodotti dell’isola
ornati di 26 tavole miniate e compilati dal Dottore Baldassarre Luciano⇒
1843
p. 60. Nel mezzo però di tali trasporti, raramente avviene che il fumo dei liquori, o la forza del vino rendano vacillanti le loro menti.
p. 94. [Quartu]. La malvagia vi fiorisce ed abbonda, ed il suo vino è stimato uno dei più salutari.
p. 94. Al centro delle regioni feconde delle uve più delicate e produttrici dei migliori vini siede Pirri grazioso villaggio ben costrutto e rinomatissimo pei leggiadri costumi delle contadine.
p. 105. [Sassari]. Fertili e ridenti i dintorni fanno pompa di prospera vegetazione popolando d’olivi e d’aranci i circostanti colli disposti a vasto anfiteatro che rendono ammirabili le valli coperte di vigne, di cedri, e d’ogni specie di frutti.
p. 111. [Chiaramonti]. Felici crescono le vigne nelle vallate e si distinguono in molte specie le uve bianche, le quali hanno grido di squisitezza e moltiplicansi in modo da potersene distribuire ai vicini villaggi.
p. 114. [Codrongianus]. Il territorio è ferace, le vigne prosperano felicemente ed i vini ordinarii sono assai pregiati.
p. 117. [Bosa]. Una parte del territorio è ricca della celebre malvagìa che agguaglia la migliore europea, e produce un vino bianco eccellente.
p. 123. [Carloforte]. Coloro che preferiscono l’agricoltura, trattengonsi alla coltivazione dei poderi, i quali sebbene per natura poco ubertosi, lavorati tuttavia costantemente rendono bastevole profitto; così le viti vegetano assai bene, l’orzo, il frumento danno sufficiente ricolta.
p. 137. [Campidano d’Oristano]. Biade, frutti squisiti, uve prescelte che forniscono i vini migliori, tra quali la Vernaccia.
p. 145. [Alghero]. Gli articoli di commercio maggiormente conosciuti ed accreditati sono i vini rossi spiritosi, i quali non soffrono alterazione di sorta solcando i mari.
p. 146. [Ad Alghero, il territorio] scostandosi dalla spiaggia riesce fertile, come ne fanno prova i colli rivestiti di vigne.
p. 151. [Bonorva]. Umido è il clima e dominato dalle nebbie; tuttavolta prosperano le viti ed abbondano i vini : le selve sono variate di ghiandiferi, frassini, pomi, mandorli e cotogni.
p. 157. [Barumini]. Di molta rendita si considerano i cereali del territorio e le vigne feraci producono circa dodici varietà di uve onde si ottiene un vino rosso gagliardo e soave, e quattro specie di vini bianchi, quali sono la malvagìa, il semidàno, il moscatello, la barbarjina, molto potenti e sulfurei.
p. 158. [Armungia]. Con grandi pompe e ceremonie celebrasi la festa di San Sebastiano. A tal fine compransi da due degli abitanti alcuni giorni innanzi col prezzo delle elemosine dieci vacche, grano, vino ed altri articoli necessari alla consumazione
pp. 229-232. [In Sardegna, in generale]. Vigne. Vini. In due modi si piantano le vigne, alla Sardisca ed alla Catalana; nei terreni forti si pianta la vigna alla Sardisca tenendola elevata ad una certa altezza dal suolo col mezzo dei pali; i ceppi sono collocati nove o dieci piedi distanti l’uno dall’altro, ed i sarmenti si attaccano ai pali in diverse maniere tutte di diverso nome qualificate. Talora le vigne formano una specie di pergolato quadrato, altre volte presentano allee paralelle, e sovente ai lati del ceppo sono infissi due pali e riuniti all’estremità, sostenendo cosi la pianta in forma di piramide.
La vigna alla Catalana al contrario è senza appoggio: in questa maniera non si disgiungono i ceppi che di quattro o cinque piedi e si lascia crescere la pianta vicina al suolo in modo però di conservare ad appoggio alcuni grossi rami, onde le uve mature non posino sul terreno. Comune assai è questo metodo di coltivazione proprio ai terreni aridi e leggieri.
Tutte le diverse qualità delle uve nascenti e fruttificanti nelle sarde contrade si comprendono nelle seguenti (* Estratte dal primo volume della Flora sardoa del cavaliere professore Moris):
Uve rosse e nere ad acini tondi.
Girò, Cannonàu, mollica, nascu, nuragus, rosa, bovàli, nieddamoddi, niedda-era, zinzillosu, merdulinu.
Uve bianche ad acini tondi.
Muscadeddu, malvasia, varnaccia, carnaccia, semidànu, manzèsu, arremungiaù, sarravèsa, arbumannu, bianchedda, arrettallàu.
Uve rosse e nere ad acini bislunghi.
Axina de tresbias, apesorgia niedda, axina de Gerusalem.
Uve bianche ad acini bislunghi.
Corniòla, cucumerina, lita de bacca, axina de Angiulus, galoppu, apesorgia bianca, muscatellò.
E tra queste vengono scelte e destinate alle mense le seguenti varietà: apesorgia, niedda, axina de tres bias, axina de Gerusalem, merdulinu, rosa, galoppu, apesorgia bianca, muscadeddu, muscatellò, arrettallàu, arbumannu, e la bariadorgia propria delle vigne di Sassari.
Le specie della malvasia, muscatellò, bianchedda ed occhio di rana che pervengono prime a maturità si raccolgono alla metà di settembre: quelle del girò e di altre uve scelte più lente in maturare si vendemmiano quindici giorni dopo, e finalmente si dà opera alle vendemmie generali di tutte le altre varietà.
Molti e differenti sono i metodi del vinificare, quasi diversi a norma dei diversi proprietari, e delle varie regioni.
I vini si conservano a meraviglia ed acquistano col tempo un sapore aromatico che li rende simili a quelli di Spagna e di Sicilia. Quelli che più partecipano dei vini di Spagna sono il cannonàu, il girò, il monica, il nascu, il muscau, malvasia e varnaccia; quest’ultimo limpidissimo e bianco si approssima alquanto ai vini del Reno. Le malvasie di Bosa, di Pirri, di Quartu sono considerate come i vini più salutari.
In generale non soffrono questi vini il tragitto del mare, che anzi aumentano in eccellenza trasportati sul continente.
Si trasportano questi in ampie bottiglie capaci di quindici litri circa; sei di tali bottiglie compongono una cassa, il cui prezzo comune è di 60 franchi, ogni spesa calcolata.
p. 218. Indipendentemente dei vini molto conosciuti e lodati, che si fanno nelle diverse regioni vinifere, preparasi a Villa Cidro ed a Santo Lussurgiu un’acquavita, alla quale pongon nome a ragione di acqua ardente e di cui fassene gran commercio nell’interno dell’isola.