TRA SANTA TERESA E LA MADDALENA
di Alberto La Marmora
Itinerario dell’isola di Sardegna
Torino 1860
traduzione e cura di Maria Grazia Longhi
Nuoro, Ilisso, 1997 (Bibliotheca sarda, 16)
in francese:
Capo Falcone e Punta della Marmorata
A nord del porto si incontra capo Falcone, che è il promontorio più settentrionale della Sardegna. Anticamente, forse proprio per questo, lo si chiamava Ερρεβάντίoν άχρoν (“capo della notte”); la sua latitudine è di 41° 15′ 12” 10.
Molto vicino, un po’ a est, c’è la punta della Marmorata, non lontano dalla quale si scorge un’isola dallo stesso nome dove si vedono, come a capo Testa, tracce di antiche cave aperte nel granito dai Romani: probabilmente è la ragione per cui l’isolotto porta quel nome.
Porto Pozzo – Porto Pollo – Palau
Dopo la punta della Marmorata la costa va sempre scendendo verso sudest; vi si nota dapprima la bella rada naturale di porto Putzu (“porto Pozzo”), dove le navi trovano un riparo sicuro dalle tempeste.
Il bacino è protetto su un fianco da un grande promontorio detto “isola delle Vacche”; poi si arriva alla foce del fiume Liscia dove c’è un altro buon ancoraggio, riparato a est da un’altra punta, chiamata “isola dei Cavalli”, oltre la quale c’è porto Pullo.
In seguito s’incontra un promontorio, e più lontano un ottimo ormeggio detto il Parau o Palau o anche “rada d’Agincourt”, capace di dare asilo a un’intera flotta.
Capo d’Orso
Infine a ovest della rada si trova capo dell’Orso, così chiamato a causa di una roccia di granito che si trova quasi alla sua estremità e che, osservata da un certo punto, precisamente dalla parte della Maddalena, presenta la forma di un orso e addirittura di un orso bianco, come si può constatare nella figura seguente:
Caprera e altri isolotti
Ma le isole più importanti dei dintorni della Sardegna settentrionale sono incontestabilmente quelle che costituiscono l’arcipelago della Maddalena, a sud dello stretto di Bonifacio.
La prima isola che si incontra venendo da capo Ferro verso nord è quella di Caprera; consiste in una grande massa granitica di ventidue miglia marine di circonferenza; non c’è villaggio e la popolazione si riduce a pochi pastori stanziali.
Da una ventina d’anni vi si è stabilita una famiglia inglese che possiede una casa e un giardino. È inoltre l’isola dove abitò il generale Giuseppe Garibaldi che vi possedeva una casetta e dei terreni; risiedeva lì quando, come accadde a Cincinnato, questo celebre condottiero fu sottratto alla vita dei campi per prendere parte attiva alla guerra d’indipendenza del 1859.
Nell’isola di Razzoli si è costruito da una ventina d’anni un faro di second’ordine, con fuoco naturale, il cui tamburo è alto 86 metri sopra il livello del mare, e 20 metri sopra la roccia granitica che sostiene l’edificio. Il faro risponde a quello piazzato nel capo Pertusato, vicino a Bonifacio in Corsica, e a quello più lontano di porto Vecchio, sulla costa orientale dell’isola suddetta.
Quindi il canale è ora illuminato da tre fari, cioè di capo Testa e di Razzoli nella costa di Sardegna, e di capo Pertusato sul promontorio meridionale della Corsica.
Quello di porto Vecchio a est di questa stessa isola e quello dell’Asinara a ovest, piazzato non lontano sull’isola sarda omonima, guidano le navi che entrano di notte in questo pericoloso passaggio o che ne escono.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Disegni, dipinti e litografie dell’800
Roccia dell’Orso, immagine nel libro
Foto contemporanee
google earth, GNU wikimedia commons, Gianni Careddu – wikimedia commons, Alessandro Ravizza – Flickr, Roberto Oggiano – Flickr, Nello Anastasio – Flickr, 4B Casa Collins, di www.lamaddalena.info, wunjo191 – Flickr, anielita66 – roby65 – Flickr, Thomas McGowan – CC BY-ND 2.0 – Flickr, Mauro Carta – Flickr, Telperion – CC-BY-3.0, wikimedia commons, Michela Simoncini – CC BY 2.0, wikimedia commons
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