TOUR BADESI – ISOLA ROSSA
di Mario Piga
estratti dal libro Valledoria, Badesi, Trinità and Aglientu
SENTINELLE SUL GOLFO
Dalla Foce del Coghinas a Rio Vignola
Sassari, Carlo Delfino Editore, 2019 ⇒
per gentile concessione dell’Autore
Da Li Feruli a Isola Rossa
[Li Feruli]. Una spiaggia dalla sabbia lucente ed un mare trasparente, in periodi di calma ma, al contrario, sferzata da onde altissime le cui sommità sembra schiumino di rabbia attraverso l’acqua salmastra, durante le maestralate. Flutti che hanno deposto sulla battigia, quasi in modo composto e rispettoso, una trentina di salme naufragate dopo l’affondamento del piroscafo Tripoli, che trasportava militari e passeggeri durante la prima guerra mondiale. Qui vi è un albero di ginepro molto antico chiamato, prima dell’incidente, alburu di li feruli (albero delle ferule), che è stato denominato poi, in seguito al fatto luttuoso, alburu di li banderi (albero delle bandiere), in riferimento ai vessilli portati dalle varie associazioni in occasione delle commemorazioni avvenute nel tempo e lasciati esposti fino agli anni Quaranta in ricordo di quel triste accadimento. […]
Cammin facendo lungo la scogliera, si arriva al promontorio chiamato Punta li Puzzi (punta dei pozzi), che sovrasta la spiaggia di sassi della punta omonima e il tratto sabbioso di L’Oltu di Li Canni (l’orto delle canne). Una cala che ha preso nome dal bosco di canne che vi cresce spontaneo, poiché in questa piccola insenatura sgorga una sorgente d’acqua dolce dalla quale prende nutrimento. […]
[POI] Un’isola felice contornata da scogli e dalla spiaggia più ampia di Li Puzzi, delimitata da un lato da massi grandi e scivolosi, levigati dalle onde del mare. Una denominazione anch’essa derivante dall’abbondanza di sorgenti che quasi si sposano, alla fine dell’insenatura, con un rigagnolo chiamato riu di Pischinazza (luogo acquitrinoso), sostantivo che deriva dalla località più a monte. […]
Di seguito la Jaga di Li Piscitti (il cancello dei pesciolini) evidenzia un punto della scogliera conosciuta da tutti come la postazione ideale per catturare i branchi di lu gonnaru (pesciolini mangiatutto, chiamati così perché non viene scartato niente).
Salendo sul costone e rivolti verso l’interno s’intravede una collinetta più alta di altre che, per la sua forma, ha dato quasi certamente nome al territorio seguente della nostra passeggiata: la Costa di La Jaddina (la collina della gallina).
Più avanti troviamo un tratto molto esposto a maestrale, chiamato La Finosa, dove il vento soffia molto forte, contribuendo a bruciare e rendere d’un giallo brillante la vegetazione, che credo abbia dato la denominazione a questo costone, riferito al fieno dal colore paglierino, oppure ad un luogo dove una volta lo si coltivava.
Un susseguirsi di percorsi, dove si viene accompagnati per un bel pezzo dal profumo intenso e acre delle foglie di la ghessa (Pistacia lentiscus, lentisco), una pianta che nella medicina popolare era utilizzata per sanare ferite molto profonde e sanguinanti, mentre dalle sue bacche veniva estratto un saporitissimo olio di lentisco (ozu di listincu) per uso alimentare. […]
Arrivati ad un certo punto appaiono Li Bicchi Russi (gli scogli aguzzi rossi), un termine derivante sia dalle punte aguzze particolari di questo luogo, oltre che dal loro colore rosso intenso, da dove si scorge il piccolo paese di pescatori dell’Isola Rossa, dietro il quale giganteggia la torre spagnola. […]
Foto
Dell’Autore: Mario Piga
© Tutti i diritti riservati