“Pensavo che Tempio fosse essenzialmente una città di banditi”, esclamai.
“Beh, è certamente nel cuore della catena del Limbara ed è fortemente infestata da parassiti; tuttavia ha una popolazione abbastanza pacifica nel complesso, solo un po’ più indipendente, un po’ più profondamente sarda, un po’ meno sotto il controllo del governo e delle leggi, e tutto il resto”, rispose Best. […]
Tempio finalmente! Come eravamo contenti di trotterellare lungo le sue strade silenziose e cupe, con le loro case di granito rosso dall’aspetto pesante e i poderosi balconi di legno, felici e sorpresi di trovare una Locanda decente e grati di avere un letto pulito.
Tempio è certamente una cittadina d’altri tempi, con una popolazione di oltre 6.000 anime, bella ma dall’aspetto moresco, che esercita un discreto traffico di armi, biancheria pregiata, frutta, formaggio, prosciutti e pancetta. Qui, come altrove, si trovano alcune famiglie che si fregiano di titoli nobiliari, una classe inferiore composta da avvocati, medici, notai, che vestono abiti stranieri e possono permettersi di educare i propri figli; ma il grosso della popolazione, come si può supporre, è costituito dai “plebei”, che vestono il filato nostrano e che costituiscono in realtà la parte di gran lunga più interessante della comunità.
Il clima di Tempio, per la sua posizione, è molto più salubre di quello della maggior parte della Sardegna; alcune delle campagne circostanti possono competere con Sassari per la ricchezza dei prodotti e l’eccellenza delle coltivazioni, e ci sono ottime sorgenti d’acqua.
Mentre Campana si occupava dei suoi compiti, Best e io ci aggiravamo per fare le nostre indagini; lui conosceva molti degli abitanti, avendo visitato spesso Tempio in precedenza. La sua conoscenza principale, tuttavia, era quella di alcuni dei principali pastori che abitano gli stazzi vicini. Questi uomini, come ho già detto, avevano spesso immense ricchezze in greggi e mandrie ed esercitavano un grande potere e autorità sui loro vicini più poveri.
Uno di questi era Leonardo Puni e, dato che doveva esserci un Graminatoju – ciò significava, in altre parole, una “raccolta di lana”, come un’ “ape” americana – presso la sua abitazione, Best mi invitò ad accompagnarlo.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Disegni, dipinti e litografie dell’800
Cominotti-Gonin-Lallemand, Vestimenti sardi in serie – Tempio, IN Alberto Della Marmora, Voyage en Sardaigne, ou Description statistique, phisique… Atlas de la première partie, 1. ed. Paris, Delaforest 1826; 2. ed. Paris, Bertrand – Turin, Bocca,1839.
Cartoline e foto dell’800 e primi ’900
Collezione Erennio Pedroni, Gianfranco Serafino, Vittorio Ruggero – Tempio Pausania
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