Strade e Ponti

di Vittorio Angius – a cura di Guido Rombi

Fiume Coghinas, di Markus Braun,  https://it.wikipedia.org/wiki/Coghinas

Poche vie della Gallura sono carreggiabili in tutte le loro parti; quindi i trasporti sono difficili e dispendiosi, e devono essere fatti sul dorso dei cavalli. Gli stradoni principali, che aveva in altri tempi la Sardegna, terminavano in questa provincia; quello che è stato rifatto è a grande distanza.

In Gallura non c’è alcun ponte, e non se ne vedono neppure le rovine, sebbene sia certo che quando le antiche strade erano in buon stato, ve ne fossero almeno sull’Olbio, sull’Unale e sul Carana. E credo che i ruderi saranno un giorno ritrovati, se liberati dalla terra e dalle sabbie che li ha ricoperti.

Solo nei confini di questa provincia si riconobbero le fondamenta di due ponti in continuazione, uno della strada litorale di occidente poco prima della unione del Termo col fiume dell’Anglona, che pare di costruzione romana, e si pensa distrutto in qualcuna delle guerre degli antichi comandanti; l’altro pure di arte romana a poca distanza da Oschiri nel luogo detto Su badu dessu ponte, che si guada per andare a Berchidda, scoperto da non molti anni grazie ad una fortissima corrente, il quale pare fosse nella strada verso Tibula e verso Olbia. Nel secolo scorso se ne fabbricò uno un po’ al disotto delle rovine del primo in Scala-mala, e siccome fu fondato dove la corrente era più forte, alla prima piena di distrutto.

La Scaffa. A provvedere alle comunicazioni tra la Gallura e il Logudoro che il Termo poteva spesso e per più mesi impedire, si usa un barchino ormeggiato sotto le rovine dell’ultimo ponte. Questa imbarcazione si muove lungo una grossa corda distesa tra le sponde e può trasportare due cavalli carichi. Resta in servizio dagli ultimi di ottobre sino a tutto giugno, e i passeggeri pagano un soldo per sé e un altro per il cavallo, se non siano galluresi ai quali fu concessa immunità. Il fattore baronale del signore della Gallura doveva provvedere per la barca e per il traghettatore.

La Gallura ha bisogno per lo meno di tre ponti, uno sul Termo per la corrispondenza col Logudoro, l’altro sull’Olbio per il commercio coi dipartimenti orientali, ed il terzo sul Carana nel Liscia per le comunicazioni delle genti d’una parte con quelle dell’altra: si spera che siano costruiti quando si apriranno in questa importante provincia le grandi strade. […].

NOTA.

Uno dei ponti auspicati da Angius fu in seguito realizzato, in ferro, sul Coghinas.
Ne scrive La Marmora nel suo ltinéraire del 1860 (vol. II, p. 465), laddove, a proposito della strada carrozzabile Sassari-Tempio, dice:
«Esisteva sul fiume Coghinas e su questa stessa strada un luogo detto la scaffa; per via d’un traghetto (scaffo), che vi operava durante alcune stagioni per passare da una riva all’altra. Da pochi anni questo traghetto è stato sostituito da un ponte in ferro, collocato un po’ più lontano.
Prima di quest’ultimo si trovano le rovine d’un ponte romano,e quelle di un altro ponte più moderno,che le acque del Coghinas hanno trascinato a più riprese.
Bisogna sperare che il nuovoponte in ferro non subisca la stessa sorte».

Su questo ponte e sui pochi altri sul Coghinas poi andati distrutti
si veda la compiuta analisi di Paolo Melis nel saggio Il territorio nell’antichità,
in G. GELSOMINO (a cura di), Bortigiadas, la storia & le storie, vol. I, Chiarella, Sassari, 1997, pp. 49-61

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