SANTA TERESA GALLURA

di George Burdett

Traits of Corsican and Sardinian Character

in «The New Monthly Magazine and Humorist»

Londra, gennaio – febbraio 1845

in inglese: 

Bonifacio, coll. Navi e Armatori

Devo ora partire dalla Corsica (per la gran parte dei cui abitanti ho molta stima), e passare all’opposta costa della Sardegna, che non è meno degna di attenzione.

Bonifacio, la città più vicina alla costa sarda, è un luogo fortificato di una certa solidità, arroccato su una scogliera di gesso, e domina il porto, che è molto stretto, non più infatti di trecento metri di diametro.
Viste dal mare, le scogliere appaiono come quelle di Dover. Come tutte le altre città portuali della Corsica, eccetto Bastia, “marcisce a suo agio sul molo di Lethe”.

Il padrone di una feluca, grande circa come la scialuppa di una nave da guerra, stava per tornare in Sardegna, e con lui mi accordai per un passaggio a Longo Sardo [Santa Teresa] per cinquanta franchi.

Era stato ordinato dal prefetto di Corsica che nessuno lasciasse l’isola senza che il suo passaporto fosse firmato ad Ajaccio. Obbedire a questa disposizione mi avrebbe comportato una perdita di tempo di almeno cinque giorni, per cui, per evitare le difficoltà, mi rivolsi a vari funzionari pubblici, a cominciare dal vicesindaco, per finire con il vice console sardo.
Quest’ultimo alla fine acconsentì a iscrivere me e il mio servitore sui libri di bordo della feluca come marinai di passaggio! Dopo aver finalmente appianato tutti gli ostacoli, salimmo a bordo in forze, vale a dire Ferdinand e i tre cani, il mio pony da tiro, il Pellegrino ed io. Il Pellegrino entrò nella feluca con la stessa fermezza di uno dei furieri di Nelson, e affrontò senza batter ciglio e senza l’umiliazione delle gambe legate un breve tratto di mare e un vento contrario che fece venire il mal di mare a tutti i cani.

La distanza tra Bonifacio e Longo Sardo fu da noi percorsa in un paio d’ore circa. Il fastidio della dogana è maggiore in tutti quei paesi in cui la prosperità commerciale e le risorse sono scarse. La Sardegna sta morendo di fame, e ci sono più guai per uno sfortunato passeggero di feluca sbarcare a Longo Sardo, che per il «carico vivente» [letterale] di una mezza dozzina di piroscafi da trecento cavalli nella “Pool”.
I miei guai iniziarono con la polvere da sparo. Avevo indosso una libbra di questo utile materiale, e le mie bisacce ne contenevano un’altra di diamanti inglesi, che erano, come scoprii in seguito, di contrabbando; inoltre, rischiavo di essere imprigionato per essere sbarcato portando nelle mie tasche munizioni da guerra.
Appena sbarcati, qualche distrazione ci permise di salire a casa del “padrone”, sul cui letto matrimoniale lasciai la mia scorta di polvere da sparo francese, risolvendo così alcuni dei miei problemi, anche se i più grandi erano ancora da affrontare. Poi tornai alla spiaggia dove fui perquisito accuratamente, ma il ricco bottino era scomparso.

Philippine de La Marmora - Santa Teresa di Gallura-Torre di Longosardo, 1854-1856
coll. Archivio storico di Santa Teresa

La notte fu trascorsa in un misero tugurio, e la mattina dopo, alle otto, mi recai alla dogana, insieme al mio amico, il padrone, come “portatore di bottiglie”.

A tempo debito fece la sua comparsa il famigerato gruzzolo di piccoli diamanti, e fu messo da parte con un silenzio solenne che presagiva le peggiori conseguenze.

Terminata la perquisizione, e pagato quanto dovevo per il cavallo, le pistole, ecc., decisi di fare un ultimo tentativo per riprendermi la preziosa polvere da sparo. Di conseguenza mi rivolsi al doganiere con un discorso forte, in cui condannavo tutti i regolamenti doganali in generale, e quelli della Sardegna in particolare, aggiungendo, tuttavia, che l’amarezza della pillola era molto attenuata dalla sua cortesia e gentilezza, come davvero nel caso in questione, e conclusi soffermandomi sull’impossibilità che qualsiasi inglese venisse in Sardegna se non per sparare, “e perciò, signor doganiere, come si può sparare senza polvere inglese da sparo?”

Questo appello fu irresistibile, come probabilmente aveva constatato a sue spese il destinatario. La mia polvere da sparo mi fu restituita con un gentile gesto della mano e l’offerta di qualche spicciolo di mancia fu rifiutata con un sospiro che rivelava la grandezza del sacrificio.

coll. Archivio storico di Santa Teresa

L’indomani mi accordai con un viandante, ovvero un trasportatore di cavalli da soma, di portare Ferdinando e il mio bagaglio a Tempio per ventiquattro real (dodici franchi), somma che comprendeva due cavalli.
Il nostro amico, il viandante, però, con vera fede punica, ne portò al mattino all’incontro solo uno, l’altro era una cavalla incinta e impossibilitata a viaggiare.

Quello che si presentò alla porta vestito di tutto punto aveva una sella che portava forti segni di origine orientale, molto alta nell’arcione e nel cuscino e con uno spazio appena sufficiente per il cavaliere. A questa furono legate le bisacce di tela del paese che, come le tasche dei calzoni di Grimaldi, inghiottirono tutto ciò che vi si buttava dentro; uno dopo l’altro scomparvero borsa dopo borsa, valigia dopo custodia per fucile, e barile dopo rulli e mantelli, finché i mostri rigonfi quasi non toccavano terra.

Su questi appoggi fu issato Ferdinando, ma la sella era destinata ad avere un altro ingombro oltre a lui.

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Carte, disegni, dipinti e litografie dell’800

Philippine La Marmora, Santa Teresa, 1854-1856, IN Luigi Piloni, Memorie sulla terra sarda: tempere inedite di Philippine de la Marmora (1854-1856), Cagliari, Fossataro, 1964

Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900

Collezione Navi e Armatori, Archivio storico comunale di Santa Teresa.

Foto contemporanee: Patrick Nouhailler, Fabrizio Fusari

SANTA TERESA GALLURA e CAPO TESTA

I Percorsi dei Viaggiatori - Santa Teresa e Capo Testa
I Percorsi dei Viaggiatori - Santa Teresa e Capo Testa

1828 – Smyth         

1845 – Burdett         

1849 – Tyndale (Santa Teresa Gallura)         

1849 – Tyndale (Le Bocche di Bonifacio)         

1858 – Forester (Le Bocche di Bonifacio e Capo Testa)        

1860 – La Marmora (Santa Teresa Gallura)         

1860 – La Marmora (Capo Testa)         

1860 – La Marmora (tra Santa Teresa Gallura e La Maddalena)         

1901 / 1912 – Victor Bérard e Fred Boissonnas: navigando tra Santa Teresa Gallura e Palau        

1930-1931 Goldring        

1933 – Seewald (Santa Teresa Gallura – Palau)                      

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