Ponitura
di Francesco De Rosa
La ponitura è una specie di questua di bestiame che può fare chiunque voglia formarsi una posizione, migliorare la sua condizione o rifarsi del perduto per spese processuali o per dissesti finanziari.
Prima di aggirarsi per le cussorge, ove intende far la ponitura, il questuante ne dà avviso agli amici, o meglio all’amico d’ogni cussorgia, presso cui verrà ospitato, indicando a ciascuno il giorno che dovrà recarvisi. A tal fine si fa un esatto itinerario dei luoghi che entro un dato termine deve percorrere, stabilendo il tempo che dovrà fermarsi presso ciascuna cussorgia, a seconda della sua vastità e del numero degli stazzi in cui recarsi a questuare. L’amico della cussorgia, che è il primo a dare il desiderato capo di bestiame al questuante, lo accompagna coi suoi parenti più stretti ai diversi stazzi; dove, dopo essersi rifocillati, espone il motivo della loro venuta, pregando caldamente il padrone di casa a voler accondiscendere al desiderio dell’ospite, dandogli la più bella pecora, capra o giovenca della sua mandria. Il padrone, se accondiscende, si mostra felice di poter contribuire a formare o rialzare la fortuna del questuante; altrimenti si mostra dolente di non poterlo favorire spiegando la ragione che glielo impedisce.
Il bestiame questuato in ciascuna cussorgia viene lasciato a disposizione dell’amico ospitale, e terminata la ponitura, il questuante va poi a ritirarlo per condurlo al suo stazzo o dove ha stabilito di farlo pascolare.
La questua si fa separatamente, o di capre, o di pecore o di vacche, o di bestie che non abbiano ancora figliato. Il questuante è obbligato restituire il capo donatogli a colui da cui l’ebbe, quando costui, o un proprio figlio dovesse aver necessità di fare la propria ponitura.
La ponitura si fa anche da persone agiate, alle quali è raro che alcuno neghi il capo di bestiame chiesto: essa solitamente dura tre anni.