CONVEGNO DI NUORO
[Il PRIMO CONVEGNO TURISTICO SARDO DEL TOURING CLUB]
(25-26 aprile 1903)
di Giacomo Miorin
in
Rivista mensile del TOURING CLUB ITALIANO ⇒
Luglio 1903
NOTA. Si è scelto di illustrare l’articolo. Nell’originale esso presenta solo una foto: la prima che proponiamo in ordine.
Le diverse squadre degli inscritti dell’isola di Sardegna si erano date appuntamento a Macomer la sera del 24, giungendovi parte in treno, parte in bicicletta.
Verso le 19 erano giunte le squadre di Sassari-Tempio-Alghero-Ozieri-Calangianus-Bosa-La Maddalena.
Col treno delle 22 e mezzo giunsero quelle di Cagliari-Iglesias-Monteponi-Rosas-Palmas-Oristano, accolte dai colleghi con esplosione di affetto.
Distribuitisi quindi ai rispettivi alloggi, parte in paese, parte nell’albergo della Stazione, si pernottò egregiamente.
Al mattino del 26 tutti siamo in macchina.
Partiti alle 5 da Macomer, salutati dalla popolazione e dalla banda cittadina, siamo una cinquantina di biciclette ed una tripletta. Quantunque avesse piovuto a rovescio il giorno prima, la strada à ottima, e tutta in discesa. Ad ogni svoltata fra quei monti selvaggi vi à un panorama incantevole, poiché a destra stendesi una sterminata pianura.
Alle 5 e mezzo si attraversa Bortigali, patria dello stracchino. I mattinieri ci si fanno incontro: graziose signorine dai balconi ci coprono di fiori.
A Silanus un’intiera popolazione ci attende con l’autorità comunale e società operaia con bandiera. Ricevuti al Municipio e serviti di rinfreschi a profusione, quel sindaco signor G. P. Sanna ne porge il benvenuto, inneggiando a quella forza misteriosa che riesce a far conoscere alle popolazioni disperse pei monti tanta falange di forza ed intelligenza. Segue il segretario signor Presta, nuorese, che antecipa il benvenuto della sua bella Nuoro.
Fermata alla cantoniera del Tirso. Colazione: affratellamento: si incomincia a conoscerci. Si incomincia altresì ad ammirare i costumi muliebri del nuorese, bellissimi, nonché le bellissime fanciulle del vicino Illorai. Si è serviti egregiamente e con mite spesa.
E avanti verso Orotelli. Nuovi bellissimi costumi ed altra folla accorsa a vedere.
Si sale sempre: si passa in stazione di Oniferi e si prosegue ancora su per la montagna.
Verso le 10 e mezzo del 25, ad una svolta, ecco Nuoro, mollemente sdraiata in una valle amena protetta dall’aspro Ortobene. Il panorama è magnifico.
All’ingresso della città ci si ferma per adunarci. Tutto il popolo è ad attenderci: Comitato, colleghi, amici, musica. All’entrata in città siamo oltre sessanta macchine. Ricevuti al municipio si procede alla consegna e lettura delle lettere dei sindaci delle città rappresentate dai convenuti al sindaco di Nuoro. Il sindaco ff. avv. Pirari, ci dà il benvenuto ed ha parecchi felicissimi concetti quando esalta l’opera gagliarda ed umanamente civile degli affiliati al Touring. Rispondono il capo console di Cagliari, Casotti, quello di Sassari, Michela, e quindi segue un ricco trattamento di dolci, vini e liquori.
Gli alloggi sono ottimamente disposti: tutta la città è imbandierata, con moltissime scritte inneggianti al Touring.
Alle 17,30, riuniti alla stazione a ricevere i ritardatari, si fa una sfilata attraverso le principali arterie e con le macchine infiorate, applauditissimi. Ammirata la graziosa nostra compagna, la signorina Nicolai di Tempio. Deposte le macchine, si fraternizza con gli ospitali e virili nuoresi che ci colmano di cortesie. Si rinnovano antiche amicizie: molte nuove si contraggono. Lo scopo del Touring comincia così a concretarsi.
Alle 20, banchetto: le autorità cittadine sono rappresentate. L’animazione è vivissima, affettuosissima. Per non ottenebrarla, si delibera di evitare ogni discorso, considerato anche che ognuno sapeva a priori che cosa si sarebbe detto e che più di un mediocre discorso era eloquente il grandioso avvenimento. Al dessert giunse un telegramma dalla D. G. di saluto e di auguri che, letto ai convenuti, provocò uno scoppio d’entusiasmo.
Grandi evviva al Touring ed al suo Direttore generale che sapeva valutare così l’attaccamento al Touring della troppo dimenticata Sardegna. Si inneggiò a Nuoro fortemente ospitale.
Levate le mense, serata di gala al teatro in onore dei turisti. Ovazioni reciproche, affratellamento con la cittadinanza intervenuta. Ammirate le opulenti matrone nuoresi.
L’indomani, 26, gita al monte Ortobene. La salita, a piedi s’intende, dura un’ora e mezza. Molti però vanno a cavallo. L’ombra misteriosa degli elci secolari, il verde tappeto di fresca erba, le fonti frequenti scaturenti dalle rocce, orride talvolta, tal’altra maestose, ci trasporta in piena arcadia. Il tempo delizioso concorre a rendere poetica l’ascesa. Guadagnata la più erta cima, dove sorge una colossale statua in bronzo del Redentore (opera egregia dello Jerace), un panorama meraviglioso ci si mostra alla vista. I monti succedono ai monti, i paesi ai paesi, indi il mare lontano è tutto soffuso di una dolce tinta azzurrina che digrada al celeste più tenero, all’argenteo il più delicato. Si ha l’illusione di essere sull’Olimpo! È un incanto!
Il socio Serra Carmelo, del Consolato di Iglesias, prende delle fotografie a diversi gruppi, indi si scende non senza aver preso il vermouth offerto, a quell’altezza, dal console Devoto. Si fa mezzogiorno, ed ecco spuntare l’imbandigione della colazione. Une lunghissima tovaglia è stesa sull’erba: sotto una immensa quercia vi é la dispensa improvvisata: più in là ardono i fuochi attorniati da capretti e porcellini di latte infilati in spiedi di legno odoroso piantati in terra. Accoccolati o sdraiati sul verde, si dà l’assalto all’antipasto: all’arrivo degli arrosti deliziosi si alza un triplice e frenetico hurrà.
Questa volta non si possono evitare i discorsi. Il console Miorin di Cagliari ringrazia e rende omaggio al giovane console Devoto che, solo e vincendo difficoltà di ogni genere, riuscì a formare il Comitato cittadino e portare a felice termine tutti gli intricati [sic] incombenze ed a esaurire egregiamente il programma del convegno. Il capo console Casotti di Cagliari, ricordando un precedente deliberato, preso al convegno di Palermo, annunzia la sede del futuro convegno sardo essere Cagliari. Approvazioni, applausi, specialmente al saluto a Nuoro ospitale e generoso [sic], ed all’affermazione dei continui trionfi del Touring.
Alla sera cerimonia della consegna al console Devoto dello stendardo offerto dai gitanti. Il capo console Michela di Sassari gliene fa solenne consegna, affermando essere il gonfalone segnacolo di volontà e di intelligenza, quell’intelligenza che nei soci del Touring non può far mai difetto. Con nobili parole il console Devoto gradisce il dono, non tanto per i suoi modesti meriti, quanto a memoria del simpatico e riuscito convegno. Egli lo accetta ad onore del suo Consolato.
Sparsisi poi i sessantaquattro convenuti per le vie della città, fraternizzando con la cittadinanza, alle 22 convennero al ballo, dato in loro onore, che si pro trasse sino al mattino.
L’indomani alle 7, col primo treno buona parte, altri in bicicletta, lasciarono Nuoro tutti i convenuti, salutati dalla popolazione con una vera dimostrazione d’affetto.
Questo primo convegno sardo non poteva aver maggiore successo né migliore svolgimento.
L’ingresso trionfale dei gitanti a Nuoro, 1921 – si veda Escursione nazionale del Touring 1921 QUI.
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