LE BOCCHE DI BONIFACIO
di John Warre Tyndale
Londra 1849
traduzione e cura di Lucio Artizzu
Nuoro, Ilisso, 2002 (Bibliotheca Sarda, 82) ⇒
in inglese:
Le bocche di Bonifacio erano note ai Greci col nome di Taphros ed ai Romani come Fossa fretum, per il fatto di essere una fossa profonda fra la Corsica e la Sardegna, ma l’identica formazione granitica della costa meridionale della Corsica, di quella settentrionale della Gallura e del gruppo intermedio di isole, è l’indizio che un tempo erano tutte unite fra loro.
Queste isole erano tenute in così scarsa considerazione che fu soltanto nel 1760 che i governi francese e sardo concordarono di affidare ad arbitri comuni il compito di definirne il possesso. Si procedette seguendo la linea visiva da est ad ovest equidistante fra Capo Lo Sprono [Sperone], in Corsica, e Capo Falcone in Sardegna; tutto il territorio a nord della linea, veniva assegnato alla Francia quanto stava a sud andava alla Sardegna. La distanza fra i due Capi è di circa dieci miglia.
Un altro rilievo fu successivamente eseguito dal capitano Hurd.
Nella sua carta del 1827, il capitano Smyth non indica per nome tutti i punti, per quanto possano considerarsi esatte le profondità dei fondali e i contorni della costa.
La mappa francese dell’isola di Corsica, del capitano Hill, pubblicata a Parigi presso il Depôt général de la Marine nel 1831, comprende anche questa parte della costa settentrionale della Sardegna e, rispetto ad essa, quella del La Marmora è di gran lunga la più chiara e dettagliata.
Il braccio di mare di Arzachena, a sud-est di Agincourt, non è considerato una buona rada in quanto quella di La Maddalena ha un fondale di ventuno braccia e l’altro oscilla fra le sedici e le diciotto braccia. In ambedue i luoghi si trovano abbondanza di legname ed eccellente acqua potabile.
Ebbi occasione di navigare attraverso le Bocche durante una di queste burrasche e, per citare le parole di Lord Nelson in circostanze analoghe, fu «uno spettacolo tremendo per le moltissime rocce sulle quali si infrangevano i marosi, ma è perfettamente sicuro una volta che lo si conosca bene».
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Carte dell’800
La Marmora – De Candia, Carta dell’Isola e Regno di Sardegna, 1845.
Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900
Collezione Archivio storico comunale di Santa Teresa
Foto contemporanee
Patrick Nouhailler – Flickr, Jean Paul Cilaos – Flickr, harrison&peterson – CC BY-SA 2.0, commons wikimedia, Heinz-Josef Lücking – CC BY 3.0, commons wikimedia, Fabrizio Fusari – Flickr.
SANTA TERESA GALLURA e CAPO TESTA
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