LA MADDALENA
di M. Valery
Bibliotecario del Re al Palazzo di Versailles e di Trianon
Viaggio in Sardegna⇒
Parigi 1837
Traduzione a cura di Maria Grazia Longhi
Nuoro, Ilisso, 1996 (Bibliotheca Sarda, 3)⇒
in francese:
Questa sorta di splendore è dovuto principalmente al barone di Geneys, creatore della marina sarda, una ventina d’anni fa comandante della Maddalena e vero fondatore dell’attuale città, tanto ha contribuito ad accrescerla e ad abbellirla. L’isola è pressoché incolta, a eccezione di qualche vigna che dà un vino eccellente e un’ottima uva passa. È abitata soltanto da famiglie di marinai: perciò la popolazione delle donne mi sembrò esorbitante, dato che i marinai sono il più delle volte in viaggio e che cinque o seicento di loro erano allora impiegati nel porto di Genova.
I materiali tratti dalla penisola della Testa, vicino a Longosardo, e dall’isola di Tavolara, erano stati sollecitamente trasportati, nei giorni di festa e nelle domeniche, dalle donne e dai bambini. Questa gioiosa e commovente corvée sembra confarsi ai costumi religiosi dell’Italia; è più o meno allo stesso modo che fu eretto lo splendido tempio consacrato da Canova al suo luogo di nascita, e che ora è la sua tomba.
Questa chiesa di un’isoletta non frequentata offriva, ancora fino a pochi anni fa, i diversi regali dei due principali capitani di terra e di mare che il nostro secolo abbia visto: i candelabri e la croce d’argento, con un Cristo dorato, dati da Nelson e la bomba lanciata di suo pugno da Napoleone, dall’isola di Santo Stefano, quando, come comandante in seconda del battaglione dei volontari del Liamone, faceva parte della sfortunata spedizione diretta nel 1793 contro l’isola della Maddalena.
Questa bomba fu lanciata vuota da Napoleone che volle soltanto spaventare gli abitanti, quasi suoi compatrioti; essa cadde pacificamente in una tomba in mezzo alla chiesa precipitosamente abbandonata dai fedeli, i quali non mancarono d’attribuire alla protezione di Santa Maddalena, patrona della chiesa e dell’isola, il miracolo della caduta inoffensiva dell’ordigno.
La bomba fu ceduta nel 1832, al prezzo di 30 scudi, a un inglese, il signor Creig, commesso della casa Macintosh di Glasgow, stabilitosi alla Maddalena, dove faceva raccogliere dalle rocce il lichene verdastro chiamato herba tramontana che la chimica inglese utilizza con successo, così come i licheni di Corsica, nelle tinture. Un consigliere municipale aveva negoziato lo scambio della bomba che fu inviata in Scozia all’insaputa degli abitanti. I 30 scudi dovevano servire all’acquisto di un orologio di cui la parrocchia era ancora mancante.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Disegni, dipinti e litografie dell’800
Lemuel Francis Abbott, Horatio Nelson, 1798.
Antoine Jean Gros, Bonaparte au pont d’Arcole, 1796.
Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900
Antonio Frau, www.lamaddalena.info
Foto contemporanee
Nello Anastasio – Flickr, Patrick Nouhailler – Flickr,
Il crocifisso e i candelabri di Nelson, “Le bombe di Napoleone”, presso il Palazzo del comune di La Maddalena, cortesia Antonio Frau
LA MADDALENA E CAPRERA
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