L’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA
di William Henry Smyth⇒
Relazione sull’isola di Sardegna⇒
Londra 1828
A cura di Manlio Brigaglia, traduzione di Tiziana Cardone
Nuoro, Ilisso, 1998 (Bibliotheca Sarda, 33)
in inglese:
Tuttavia questa eccellente stazione navale, conosciuta sin dalla metà del secolo scorso, era così piccola che nacque il problema se le isole appartenessero alla Sardegna o alla Corsica, finché furono inviati, con il consenso della corte di Francia, alcuni ingegneri per tracciare una linea visiva da est ad ovest, a uguale distanza da Capo Lo Sprono a nord e Punta Falcone a sud, con l’accordo che tutto quello che si fosse trovato a nord di questa linea appartenesse alla Corsica e tutta la parte a sud dovesse rimanere alla Sardegna.
Queste Isole Intermedie sono composte dalla Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Budelli, Razzoli, La Presa, Spargi, Spargiotto, Giardinelli e Bisce, insieme con gli isolotti di Bar[r]ettini, Monaci, Cappuccini, Porco e Paganetto. Ad eccezione della Maddalena, si potrebbe dire che sono disabitate, perché vi soggiornano solo pochi mandriani temporanei con il loro bestiame; le isole sono coltivate per tre anni da cittadini, e alternativamente destinate ai pascoli dei mandriani per i tre successivi.
I primi abitatori furono delle famiglie fuggitive corse; poi, grazie alla sua salubrità e alla sua posizione privilegiata sulle rotte del traffico verso e dall’Italia, è diventata una discreta cittadina di 1600 abitanti.
La città, abbastanza pulita ma isolata, ha sul suo fronte un ottimo punto di ancoraggio e un’insenatura per le barche, chiamata Cala Gavetu [Gavetta]. Lord Nelson, al quale gli isolani erano molto attaccati, promise di costruire loro una chiesa. La costruzione, si può ipotizzare, fu impedita solo dalla sua morte, perché egli aveva già mandato un bellissimo dono, due candelabri d’argento massiccio ed un crocifisso d’argento con il Salvatore in oro, di lavorazione finissima. Il piedistallo di ciascun candelabro ha tre facce, su una delle quali è cesellata l’arme di Nelson, sulla seconda quella di Bronte e sulla terza un’iscrizione che dice:
VICE COMES NELSON NILI DUX BRONTIS ECCE. STE. MAGDALE. INSE. STE. MAGDALE. D. D. D.
Non è raro il crimine ed i mezzi per prevenirlo sono poco disponibili: d’altra parte il giudice, che guadagna solo 75 dollari l’anno, non si può dire al di sopra dell’influenza di Plutone, dio della ricchezza. La posizione dell’isola è molto salubre ed i piselli selvatici, che crescono intorno alle colline, offrono un’aggiunta spontanea alla minestra.
Il luogo di ancoraggio preferibile è a Mezzo Schifo, a sud-ovest del paese, perché vicino a Pararau [Palau] e perciò buono per l’approvvigionamento d’acqua, mentre nelle immediate vicinanze si può tagliare la legna.
La Maddalena ha sponde rocciose e, ad eccezione del porto principale, solo spiagge per barche. Sul lato nord-occidentale il golfo è più grande e racchiude tre insenature sabbiose.
Tra La Maddalena e Caprera vi è il basso isolotto di Giardinelli, che con le sue rocce e i suoi scogli rende impraticabili i passaggi intermedi.
CAPRERA E SANTO STEFANO
Caprera è un’isola alta e irregolare a sud-est della Maddalena, piuttosto arida sui lati nord ed est; verso il centro si leva una cima chiamata Tagiolona [Tejalone], alta più di 750 piedi, vicino alla quale vi è una sorgente di acqua pura. Ha parecchie insenature lungo la riva, di cui la principale è Porto Palma, dove i pescatori napoletani prendono grandissime quantità di squisite aragoste con cui riforniscono i mercati d’Italia.
La bassa isola di Bisce è il punto esterno del canale orientale ed è nota per le acontias, delle piccole bisce nere, da cui deriva il suo nome. Da notare che questo è, per gli stranieri, il peggior ingresso per l’ancoraggio, perché ci sono tre insidie nascoste lungo il canale navigabile, che la flotta di Lord Nelson evitò quasi per miracolo, mentre nell’oscurità una burrasca la flagellava da ogni parte. Poi, come mi raccontò il vice-ammiraglio Sir Richard Keats, esse furono in seguito individuate dall’Excellent, nave di 74 cannoni, perché si era messa improvvisamente a spirare una brezza leggera.
Navigando intorno e tra queste isole, bisogna stare attenti alle “rafficas”, violenti e improvvisi soffi di vento che scendono dalle alture. È considerato preannuncio di mal tempo quando la Corsica non è visibile, o, come dicono i Sardi, «quando si mette il cappuccio».
Le nostre operazioni stabilirono che la torre telegrafica di Guardia Vecchia è a 41°13’27” latitudine nord e 9°23’42” longitudine est; la declinazione magnetica è di 17°56’30” ovest.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Disegni, dipinti e litografie dell’800
Collezione Luzzietti, Isolano di La Maddalena, ca 1795-1805, IN Francesco Alziator, La collezione Luzzietti: raccolta di costumi sardi della Biblioteca universitaria di Cagliari, De Luca 1963, Zonza 2007.
Collezione Luzzietti, Isolane di La Maddalena, ca 1795-1805, IN op. cit.
Agostino Verani, Isolani di La Maddalena, ca 1806-1815, IN Scoperta della Sardegna. Antologia di testi e autori italiani e stranieri, a cura e introduzione di Giuseppe Dessì, Milano, Il Polifilo, 1967.
William Sanderson Craig (console inglese a Cagliari dal 1867 al 1874), La Maddalena.
Lemuel Abbott, Horatio Nelson, 1799.
Forte San Vittorio o Guardia Vecchia, ca. 1850, cortesia di Pietro Bottaru.
Denis Auguste Marie Raffet, Bonaparte fait ses premières armes en Sardaigne, 1826.
Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900
Collezione Antonio Frau
Foto contemporanee
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LA MADDALENA E CAPRERA
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