IL RIFUGIO SMERALDO DELL’AGA KHAN

LIFE magazine

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22 agosto 1969

fotografie di Enrico Sarsini

Quando Prufrock affermò di aver sentito le sirene cantare una con l’altra, forse sognava proprio una ninfa come quella qui sopra, che proteggeva la sua bellezza in una grotta mediterranea scavata dal mare.

Non il Mediterraneo della Costa Azzurra, della Costa del Sol o della Costa Brava, quelle località un tempo alla moda disseminate di acri infiniti di corpi ricoperti di polvere solare, sui quali i venditori di arachidi corrono una corsa a ostacoli dall’alba al tramonto.

No, questa è la Costa Smeralda o Costa Smeralda nell’angolo nord-orientale della Sardegna, così chiamata dall’Aga Khan IV.

Questo giovane uomo incredibilmente ricco, liquidato da molti come un semplice playboy, è in realtà un astuto uomo d’affari che, con alcuni amici, ha acquistato 35 miglia di costa incontaminata sostenuta da 32.000 acri di potenziali siti edificabili.

In poco tempo, la spesa per tagliare strade percorribili, installare l’elettricità e fornire acqua potabile si rivelò così costosa che l’astuto principe affidò parte dell’azione a finanzieri professionisti con la ferrea intesa che nessuno sviluppo avrebbe avuto luogo a spese della bellezza primitiva dell’isola.

Poiché la Sardegna ha una tradizione di banditismo, la polizia locale inizialmente stanziò guardie armate per proteggere il nascondiglio dell’Aga. Secondo un informatore, ben collegato con i fuorilegge sulle colline, le guardie avrebbero potuto benissimo restare a casa: “I banditi pensano che sia un bene per la Sardegna e non farebbero del male all’Aga per niente al mondo…”

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