ESCURSIONE DA

Golfo Aranci – Olbia

A

Telti – Monti – Calangianus – Tempio

Tratta dalla PRIMA GUIDA del TOURING CLUB ITALIANO sulla SARDEGNA

di L. V. BERTARELLI

Milano 1918

ITINERARIO

LA GALLURA

A) IN TRENO DA GOLFO ARANCI A MONTI E DA MONTI A TEMPIO

Al km 22 TERRANOVA (Olbia).

Al km 44 stazione di MONTI

TEMPIO

 

B) IN AUTO («CARROZZABILE») DA OLBIA A TEMPIO

Telti

Monti

Calangianus

GITE DA CALANGIANUS

– AL MONTE DI DEU

– AL NURAGHE LA PILEA

– ASCENSIONE DEL LIMBARA

Al km 44.8 Tempio

Al km 50 Cantoniera Fumosa

Al km 63 Cantoniera Coghinas 

LA GALLURA

La Gallura. La natura montuosa di questa regione che offre bellissimi panorami, può in parte compensare della scarsa facilità di comunicazioni e della mancanza di conforto.

La Gallura, propriamente detta, che all’incirca comprende tutta l’estrema parte Nord-Est della Sardegna, si stende dal corso inferiore del Coghinas, che la separa dall’Anglona, fino al Golfo di Terranova ed a Sud fino al corso del fiume Padrogiano e del Riu Mannu Orientale.

È essenzialmente una grande massa granitica che culmina a mezzodì con le cime a sega del Limbara.

Le sorgenti sono abbastanza abbondanti: il clima è, d’inverno, freddo sull’altipiano; la neve rimane a lungo sulle cime più alte.

In epoca romana ebbe scarsi abitati che lasciarono numerose tracce per quanto poco appariscenti. Tra queste sono Gemellas e Tibula, al Capo Testa.

È di limitato interesse turistico salvo lungo la costa. È paese di caccia ed in parte boscoso con qualche ricchezza di sugheri.

I costumi popolari vanno sparendo. Le donne portano ancora una gonnella sul capo, che scende sulle spalle; nell’interno di essa, per un’altezza di 20 cm., al posto della fodera, vi è una striscia di raso od altro tessuto di seta, quasi sempre di tinta fredda. Portano altresì una collana ed orecchini lunghissimi. Le dita, nelle feste, sono inanellate d’oro con forme antiquate, con cammei o grossi topazi. È generale l’uso dei soprannomi.

Vigono ancora molti usi curiosissimi, per i fidanzamenti, i matrimoni, i funerali, l’ospitalità, i rapporti fra le famiglie e gli estranei, e che il turista facilmente può aver modo di osservare. La regione, isolata e poco frequentata, ha mantenuto anche le sue specialità culinarie. Il caffè, generalmente buonissimo, è offerto in ogni circostanza.

Dolci comuni sono li neuleddi, pasta biscottata, polverizzata con miele e ridotta in panetti assai duri; l’aranciata, sorta di torrone fatto con miele, farina e scorza d’arancio; li cocciuleddi formati d’un ripieno composto di farina e miele, rivestiti di pasta dolce e curvati in cerchietti a spira.

Tra i salumi, in generale buoni per il nutrimento di ghiande del maiale, si hanno la salsiccia, il salsiccione e la sopressada, fatta col ventricolo riempito di carne triturata con aceto, sale e pepe, compressa con un grosso sasso; li costi solidi o cossata, messa sotto sale e mangiata con fave fresche in umido.

Estesa era l’apicoltura. Il miele amaro, vantato dai poeti didascalici romani, è ottimo in Gallura.

IN TRENO DA GOLFO ARANCI A MONTI

E DA MONTI A TEMPIO

Appena partiti da Golfo Aranci, entrando nelle trincee tappezzate di erba grassa (portolacca) che si copre di grandi fiori rosa nel maggio, si perde di vista il mirabile Golfo di Terranova. Più avanti si rivedono si rivedono, a destra, l’alto mare, le isole Mortorio e, più a sinistra, le Camere e Soffi, distanti circa 6 km Poi la linea si avvicina fino a 500 m. dal Golfo di Marinella, dove le acque, per i bassi fondali rocciosi, assumono talora iridescenze di code di pavone.

Al km 9 Fermata Marinella. La ferrovia s’interna salendo faticosamente in terreni deserti e poverissimi, coperti della tipica bassa macchia sarda, di lentischi e cisti, sparsi di grandi massi granitici, arrotondati dalla degradazione atmosferica.

La Sardegna si presenta qui nel suo aspetto agricolo più squallido. Superata la bassa depressione, fra il Monte Canareddu, m. 198, a Nord e la Punta Sas Turrítas, m. 415, si scende verso Terranova. Sboccando sulla povera pianura che la circonda, bella vista sulla cerchia di monti intorno ed a sinistra sul Golfo di Terranova, chiuso dalla caratteristica Isola Tavolara e, più a destra, da una parte dell’Isola Molara.

Golfo Aranci 1909
Stazione Golfo Aranci
Golfo Aranci - Thomas Asby
Golfo Aranci - Thomas Asby

Al km 22 TERRANOVA (Olbia).

La chiesa di San Simplicio si vede sulla destra della stazione a 300 m. di distanza.

Terranova, m. 15. Alberghi: Pausania, camere L. 1.50, con discreto ristorante; Vittoria, camere L. 1.50-2, semplice e discreto.

SERVIZIO AUTOMOBILISTICO per Orosei e Nuoro.

Vapore tutte le mattine in 1 ora per Golfo Aranci, ritorno in giornata (per la visita di Terranova gli studiosi possono rivolgersi al cav. Tomaso Tamponi, R. Ispettore dei monumenti).

La cittadetta ha 4011 abitanti, ed è in notevole sviluppo: caratteristica è la costruzione in conci di granito di tutte le case; bei giardini ed orti. Recenti lavori di bonifica migliorarono le condizioni climatiche locali.

Il porto, senza importanza, ha una splendida vista sul golfo e sull’Isola di Tavolara.

Terranova è al posto dell’antica Olbia, di cui si attribuisce la fondazione ai greci di Focea, che vi avrebbero stabilito un luogo di rifugio per le traversate dalla Sicilia a Massilia (Marsiglia), pure da essi fondata. Ma nessuna testimonianza archeologica conforta questa tradizione, salvo nel materiale degli scavi di Olbia punica ed anche romana, una maggior finezza, che sarebbe indizio di germi ellenici non del tutto oppressi dalla marea punica.

Pochi gli avanzi esistenti: tracce di tombe puniche si scorgono negli scogli granitici presso la chiesa di San Simplicio; lì presso ed anche nell’orto Tamponi, sulla via che conduce alle Salinedde, i pochi resti di una cinta in pietra con tracce di piccola posterla, che appartiene alla fronte orientale della cinta murata romana, forse contemporanea alla conquista e perciò simile per le disposizioni alla cinta di Augusta Praetoria (Aosta) e di Augusta Taurinorum (Torino).

Il monumento però che tutti i turisti visiteranno è il severo San Simplicio a 300 m. a Nord-Ovest della stazione, su un piccolo rialzo che permette di abbracciare il borgo, il golfo ed il maestoso cerchio di monti che lo protegge. È fra le più antiche ed interessanti chiese della Sardegna, erroneamente attribuita dapprima al VII secolo, effettivamente invece dell’XI.

All’esterno, rassomiglia in qualche modo alla cattedrale di S. Giusta. È in forme romaniche in conci di granito, a tre navate, di cui la centrale con travatura di legno a vista, le laterali, che anticamente erano pure in legname, furono poi coperte con volte a botte in mattoni.

  1. Simplicio è disadorno, ma vi dominano linee costruttive nobili senza un qualsiasi tentativo di volerle ingentilire.

Posteriormente al XIII sec., all’interno, il paramento granitico fu coperto con pitture a buon fresco, di cui qualche frammento esiste nei due pilastri lateralmente all’abside. Molti frammenti classici, tolti alla necropoli romana, su cui sorse la chiesa, sono usati nella costruzione dei muri. Nella chiesa, numerose inscrizioni miliarie raccolte sul percorso della via romana da Olbia a Cagliari.

Olbia, stazione
Olbia, Isola Bianca, coll. Domenico Melia, 1956
Olbia-Orosei-coll.-Elettrio-Corda
Olbia-Orosei-coll.-Elettrio-Corda
Olbia, San Simplicio
coll. Antonello Abeltino

La ferrovia abbandona tosto la vista del golfo e sale, in una decina di minuti, ad un colletto, m. 49, a 4 km, da cui bello sguardo retrospettivo sul golfo e la Tavolara.

Il paesaggio è aspro, il terreno sterile, coperto di lentischi o cisti da cui emergono dappertutto rocce granitiche. Nel vasto deserto muta ad ogni momento la vista, sempre con molto verde: sulla destra si apre verso i monti della Gallura. Breve galleria.

Al km 44 stazione di MONTI, m. 290.

(DIRAMAZIONE DELLA FERROVIA per Tempio; STRADA CARROZZABILE per Tempio, Palau).

Il paese è a 4 km [dalla stazione] a Sud all’altezza di 300 metri. Qui si passa dal bacino del fiume Padrogiano, che sbocca nel Golfo di Terranova, a quello del Coghinas che dà le acque al Golfo dell’Asinara. Si ha ora, sulla destra, la lunga cresta dentellata del Monte Limbara, la cui punta più alta tocca 1362 metri: è una visione alpina.

Verso la stazione di Berchidda, m. 189, al km 60, la vista è splendida. Alle punte del Limbara antestanno cortine di altri monti aspri ed aguzzi.

Olbia, San Simplicio
Stazione ferroviaria di Monti, 8 agosto 1913, di Antonio Carruccio, ed. Carlo Delfino

DA MONTI A TEMPIO

Linea delle Secondarie, km 40, 2 corse al giorno, circa 2 ore, Ia classe L. 2.85, IIIa classe, 1.65.

Questo tronco, anche per un viaggiatore affrettato, è uno dei più interessanti per il caratteristico paesaggio alpestre attraversato e per la vista del Limbara e dei suoi contrafforti.

Il paesaggio granitico in cui sono aperte le vallate percorse dalla linea ferroviarie, alternate con belle conche verdeggianti, ricche di coltivi e di vigneti, ma tutte racchiuse da una maestosa cerchia di monti di severo e tormentato profilo, presenta una delle più belle attrazioni naturali del viaggio nell’Isola. Mettersi a sinistra.

Dalla stazione di Monti, m. 290, tra vaste estensioni in parte a lentischi e cisti, in parte a boschi di sughero, si sale presso la carrozzabile che si abbandona presto, attraversandola già all’altezza di m. 368: con giri e rigiri continui risale ora le falde del Limbara.

Al km 7, Fermata di Piras, m. 436.

Al km 15, Fermata Rifornitore, m. 565.

Poco dopo, a sinistra, una gran pietra di marcata apparenza di animale. Il massiccio del Limbara si fa sempre più imponente. La linea si svolge in aspra e selvaggia regione tutta frastagliata di creste severe e grandiose. Le rocce granitiche si elevano nude in massi acuminati, talora invece tondeggianti, corrosi dalle acque. Di mattina presto, e dopo il tramonto specialmente, gli effetti d’ombra sono particolarmente belli. Si toccano i 605 m. di altezza per ridiscendere sotto Calangianus, dalle bianche case poste a scalea, in posizione pittoresca, a 27 km, circa 490 metri.

[SI VEDA ANCHE    QUI      QUI      QUI]

Presto appare e, per le frequenti giravolte, dispare TEMPIO nel fertile altipiano.

Al km 40 TEMPIO PAUSANIA m. 556, in posizione eminente, con bella vista (Albergo Corona di Ferro, molto modesto; Ristorante Toscano con alloggio, molto modesto, SERVIZIO AUTOMOBILI per Sassari, e per il Palau), 5872 abitanti, di fondazione romana divenne poi antica capitale del Giudicato di Gallura. Prende qualche carattere dalla sua totale costruzione in granito del luogo.

Bei panorami dalle passeggiate cittadine.

Interessante la visita al sugherificio della Società Anonima Il Sughero, che occupa circa 800 persone: la scorza di sughero si lavora con impianti meccanici modernissimi in quadretti, turaccioli, solette per scarpe, frontali per cappelli, ecc. Si stanno impiantando (1918) le macchine per la lavorazione dei cascami in mattonelle, linoleum, ecc. Vi si tratta l’esportazione diretta in America ed in Inghilterra, specialmente per la carta sughero, bocchini per sigarette ed articoli congeneri.

Bella vista a qualche km dalla collina detta Custalgia [Custaglia], presso il campo di tiro.

Dei nuraghi dei dintorni, il meglio conservato è il Nuraghe Maiori, m. 494, a 300 metri a destra, della pietra chilometrica 2 sulla carrozzabile Tempio – Santa Teresa: è in massi granitici e presenta disposizioni di pianta alquanto differenti dalle consuete, con varie camere che partono da un corridoio centrale in direzione della porta.

ESCURSIONI DA TEMPIO

– Al MONTE LIMBARA, ore 3. (Si veda dopo)

– Bel punto di vista dal Monte di Laldu, m. 722, 1 ога.

– Per la strada che passa presso il Reclusorio, alla chiesetta di San Giorgio, panorama verso Aggius e l’Anglona.

– A MONTE SOZZA, m. 789, andando prima ad Aggius per carrozzabile (VETTURE POSTALI, km 6; 1 corsa al 1 giorno; 1 ora; cent. 50), poi ore 1.30.

Bellissima vista. Si possono visitare caverne abitate un tempo da fuorusciti ed una scala a gradini intagliati nella roccia.

Da TEMPIO ad OSCHIRI, carrozzabile km 31.5, che gira il lato Ovest del Limbara.

Interamente tutta in pendenza e contropendenza, si stacca da Tempio, a 8 km, presso la stazione; attraverso vigneti, pascoli e castagneti, prima pianeggiando, poi in salita, tocca a km 6.4, la Cantoniera Curareddu [Curadureddu], m. 573, con bellissimi panorami a sinistra; discende alquanto, risale al piccolo valico La Variante, m. 676, al km 10.2.

Di qui si scende nella valle del Curadori con larga e bella vista verso il Monte Sassu.

Al km 12.9 Cantoniera Gadaau, m. 557, lungo a mezza costa si scende dolcemente col Curadori.

Al km 24.6 Cantoniera Pedredu, m. 165. Si passa il Riu Mannu; in falsopiano si risale a km 31.5 Oschiri, m. 202.

IN AUTO («CARROZZABILE») DA OLBIA A MONTI

Fino a Terranova non esiste carrozzabile e bisogna servirsi della ferrovia. Da qui, carrozzabile di km 184.3 fino ad Oristano. […]

Uscendo ad Ovest di Terranova, rettilineo nella pianura incolta, con di fronte, verso destra, la lunga cresta seghettata dei Monti Ultana da Monte Saurru, m. 739, a Monte Puzzo, m. 738. Una cerchia di colline circonda il piano.

Con rettilinei, nella campagna deserta, si giunge a Cantoniera Putzolu, m. 100, al km 8.3, dove, avendo a destra il Monte Campu, m. 322, si comincia a salire tortuosamente in una pittoresca valletta con qualche coltivazione. Magnifiche vedute intorno.

La cresta a sega, che si ha davanti a distanza di 15-20 km., è quella che si mantiene da ogni parte caratteristica del Monte Limbara. Il terreno si fa alquanto migliore. Qualche casetta è sparsa nelle coltivazioni di grano, ombreggiato da piccoli lecci e qualche ulivo.

 

Giunti sull’altipiano, appare a destra il paesino di TELTI, di gaio aspetto, disteso sopra un colle.

Al km 15.3 Cantoniera di Telti, m. 300, in posizione dominante con bella vista.

(CARROZZ. per Tempio, la Gallura, l’Anglona, Sassari). Le dirupate creste del Limbara, che chiudono la Gallura a mezzodì, danno in alto al paesaggio un aspetto prealpino, mentre in basso i terreni sono divenuti ridenti per le coltivazioni.

La via, accidentata, attraversa la linea delle Ferrovie Secondarie Monti-Tempio, m. 368, per scendere poi rapidamente all’isolata stazione di Monti (comune alle due Società), m. 290, lunga km 22.7.

 

Al km 25.8 MONTI, m. 300 (in qualche modo vitto ed alloggio da Isoni Quirico).

FERROVIA per Tempio. SERVIZIO AUTOMOBILI per Nuoro.

Il paese, 983 abitanti, è, come tanti altri in Sardegna, a riparo, in una depressione tra monti alti, boscosi, ricchi di selvaggina. Specialità: il suo miele amaro, ricordato anche dagli antichi.

Fra i ruderi di nuraghi, il più interessante è il Nuraghe Logu in tanca Franco Battista, a 2 km dall’abitato. Ivi presso, resti di abitati romani.

A 4 km dal paese, il Castello di Crosta, ricordato nelle lotte fra i Doria e i Giudici del Cixerri. In vari punti del territorio, belle selve con frequenti bei panorami.

Da Monti, posto a cavaliere fra il versante del Fiume Padrogiano e quello del Riu Mannu di Ozieri (Golfo dell’Asinara), a Cantoniera Tucconi, m. 266, al km 34.3, bel percorso nella larga vallata di uno degli affluenti del Riu Mannu, tra campi coltivati, vegetazione abbondante, in mezzo a monti che digradano in ondulazioni collinose, su cui la strada si alza e si abbassa, cambiando continuamente di vedute.

Dopo, la vallata è alquanto più sterile, ma si conserva amena fino al ponte sul Riu di Berchidda, m. 180, al km 43, subito dopo il quale si attraversa la ferrovia.

 

In questo tratto si vede sulla destra Berchidda a 2 km dalla strada e dalla omonima stazione.

Dal paese, interessante ESCURSIONE al MONTE ACUTO, m. 493 (guida necessaria), in buona parte per strada campestre. Sulla cima, ruderi di poco interesse di un castello tra i più antichi della Sardegna, ancora oggetto di leggende locali. Appartenne ad Adelasia di Torres ed al marito di lei Ubaldo Visconti (1237), poi passò ai Doria ed ai Malaspina, quindi ai Giudici d’Arborea.

L’interesse viene dalla magnifica vista sul Limbara, assai più imponente da questo versante che da altri punti della Gallura.

Al km 44.3 Cantoniera Concarabella, m. 181.

Tra eminenze laterali meno alte, ma in percorso interno, si giunge ad Oschiri, m. 202, al km 50, abitanti 2270 (alloggio e vitto in qualche modo presso Putzu Vittorio e Bua Filippo).

La stazione è a 900 m. di distanza, un po’ più in alto del villaggio. (CARROZZABILE, per Tempio).

La massa granitica del Limbara si presenta verso Nord-Est imponente.

Era qui in passato il centro dell’antica diocesi di Castro.

Vista da Monte Longu - Limbara sulla piana di Chilivani, Oschiri, il Lago Coghinas e l’ultima propaggine meridionale del Limbara: il Monte Acuto.

SI VEDA        QUI    –      QUI     –     QUI

DA OLBIA A TEMPIO IN AUTOMOBILE («PER CARROZZABILE»)

Gallura ed Anglona, sono attraversati da questa carrozzabile, che però comincia solo a Terranova, il tratto Golfo Aranci-Terranova non essendo ancora costruito, cosicché bisogna per esso servirsi della ferrovia.

Da Terranova alla Cantoniera di Telti, al km 15.3.

Dalla Cantoniera di Telti a Calangianus, strada molto interessante, poi fino a Tempio, meno, complessivamente, fino a Sassari, interessante.

Dalla Cantoniera di Telti tosto si tocca il paesetto, poi si corre a lungo in altipiano, con bella vista sul cerchio delle colline cui la natura granitica conferisce varietà di profili. I massi sparsi ed arrotondati dalla degradazione atmosferica sembrano talora sovrapposti l’un l’altro artificialmente.

Pittoresco il proseguimento nella boscosa Valle del Rio della Scala fino al ponte, m. 439, al km 26, ove comincia una dura salita fra massi franati, all’ombra di alti lecci e sugheri, girando intorno al Monte la Scala.

Bellissima vista retrospettiva d’infilata sulla Valle del Rio della Scala. La strada serpeggia fino alla Cantoniera l’Arai, m. 583, al km 29, da dove, a destra, sguardo sul mare lontano.

Dai pressi di questa cantoniera al ponte sul Rio della Scala, accorciatura, mulattiera sulla sede della decumana romana Tempio-Olbia che a Cantoniera l’Arai si attraversa.

In tutta la regione pertinente al vicus o mansio (stazione stradale) Gemellas si trovano sparse numerose tracce del dominio romano.

Il terreno si è fatto stepposo, ma la salita continua ad essere pittoresca per le vicine creste granitiche, dai bizzarri contorni con piccole guglie e torrioni.

Al di là di un passaggio a livello, m. 595, la vista cambia. Un grande bosco di querce è devastato dall’oidio.

Per un grande e rigoglioso sughereto sparso di massi granitici si sale, poi si scende tortuosamente sempre con, a destra, la vista dei dirupi del Limbara.

Al km 35.7 CALANGIANUS, m. 500, 2118 abitanti.

(Vitto ed alloggio in qualche modo presso Marras Paola; SERVIZIO DI VETTURE giornaliero Calangianus- Tempio, 1 posto L. 0.75).

Nella parrocchiale decorata in modo appariscente, in sagrestia, un’Assunzione molto danneggiata di Andrea Lusso, pittore sardo del XVI secolo.

Il paese è uno dei più caratteristici della Gallura.

Nel territorio accidentato e selvoso abbondano pernici, beccacce, quaglie, lepri, cignali. Particolarmente indicati per il beccaccino, i dintorni del casello ferroviario a Sud.

Nei fondi di valle, qualche acquitrino che l’attività locale va prosciugando.

Importante l’industria del sughero.

Si trova miele amaro.

PARTENZA DA CALANGIANUS

Interessante GITA AL MONTE DI DEU. Prendere la mulattiera, che si stacca dalla nazionale prima del passaggio a livello ad Est della stazione. Si percorre un magnifico sughereto più che centenario e si giunge al Riu S. Paulu. Pochi passi prima, entrando nella tanca, si può andare ad una tomba di giganti. Proseguendo al di là del Riu S. Paulu si arriva al Monte di Deu, m. 669.

Bellissimo panorama della Vallata di Tempio. Il prossimo avanzo del Nuraghe di Deu è tipico perché fatto di piccole scaglie di granito.

GITA alla tomba dei giganti detta BADUMELA: a 30 min, dal paese, per la strada comunale Lu Pinu-Badumela.

Raccomandata PASSEGGIATA anche al NURAGHE LA PILEA, m. 50.

Per la mulattiera, verso Nord-Ovest, in tanche popolate di sugheri, per la regione Campanadolzu, al Nuraghe la Pilea, di сirca 5 km.; bellissimi panorami specialmente verso il Limbara.

Altro bel Nuraghe Il Laicheddu, a mezz’ora dal paese, per la strada comunale Lu Mureddu Branconi.

A 30 minuti dal paese a Sud, la cima detta Monte Casteddu, m. 623, punto pittoresco. Così pure ad Est a 30 minuti, il Monte di Vaiapareddu, m. 600, che sovrasta il paese.

ASCENSIONE DEL LIMBARA.

Calangianus può essere buon punto di partenza.  [SI VEDA ESCURSIONI OGGI DA CALANGIANUS  QUI]

È una lunghissima cresta con numerose punte, diretta da Nord-Est a Sud-Ovest (guida).

Per la nazionale, al passaggio a livello ferroviario, ad Est del paese m. 536, poi si guada il piccolo Riu Santu Paulu (oppure più direttamente, per la vecchia mulattiera di San Paulu di l’Arai).

Passato il fiumetto, si vede a destra, in una tanca, la chiesa di Santu Paulu, ora restaurata. Fra cisti, aliterni e corbezzoli, si passa sotto il monolito sa Segnora, che da lontano ha una certa rassomiglianza con una donna.

Si continua nella valletta del Riu Razzucciu. Salendo si arriva ad un piccolo colle con breve pianura, da cui l’orizzonte esteso permette di vedere la Tavolara, come immane parallelepipedo sorgente dal mare e lo Stretto di Bonifacio.

Dalla brulla spianata si sale al Monte Biancu, m. 1150, sotto le rocce antemurali del Limbara. Si oltrepassano diverse spelonche spaziose, ricoveri di pastori, in una gran conca, sopra la quale torreggia Punta Bandiera, m. 1329, al cui piede si giunge, quasi pianeggiando, con lieve discesa. Il paesaggio è del tutto prealpino.

Avendo sempre un bellissimo panorama alle spalle, si sale vivamente alla punta, da cui panorama vastissimo in ogni senso. Ad occidente è la Punta Balestrieri, m. 1359 (segnale trigonometrico), sulla quale si passa per toccare poi, ancora più a mezzogiorno, la Punta sa Berrita, m. 1362, che servì di punto trigonometrico al La Marmora, per rilegarsi con Montecristo, Monte Rasu, Nostra Signora di Bonaria (N. S. de Bondera, presso Osilo), la Scomunica (Asinara), Capo Testa, il Monte Tejalone (Caprera), Capo Figari, Monte Albo di Siniscola, ciò che da un’idea del panorama.

La discesa per sentiero meno buono di quello fatto, si può cominciare passando per la cappelletta di Nostra Signora della Neve, m. 1250, quindi raggiungendo la carrozzabile Tempio-Oschiri.  [PER ESCURSIONI OGGI AL LIMBARA SI VEDA     QUI   –    QUI   –    QUI]

Al km 44.8, Tempio.

Si gira la cittadetta verso Nord, poi si comincia la discesa con di fronte le splendide creste a guglie che dominano Aggius. La strada si abbassa in una valletta chiusa e tortuosa, che poi si riapre con uno sfondo di monti di aspetto prealpino.

Al km 50 Cantoniera Fumosa, m. 490 circa.

Da qui si dirama a destra una strada a svolte che sale a Bortigiadas m. 479, km 2.8, paesetto tra vigneti e sugheri in territorio nuragico. Uno dei nuraghi, detto Lu Nurache, a 20 min. dal paese, è sopra un colle che gode la vista dell’ampia Anglona. Il luogo è dei più frequentati dai cacciatori di cinghiali, specialmente nelle belle foreste che coprono il Monte Sálíci m. 911 circa.

Dalla vetta non molto elevata ma isolata, panorama sulle vallate che si sprofondano intorno al Limbara a Sud-Est, e al Monte Ráju a Sud-Ovest. Le costiere granitiche, pur di modeste altezze, hanno asprezze ed ardimenti di profili prealpini.

Sotto la Cantoniera Fumosa, la valle torna rigogliosa di sugheri. Sempre scendendo senza interruzione si giunge a Cantoniera Femmina Morta, m. 135, al km 55.4, con strada che continua a mantenersi interessante, fino al ponte sul Coghinas, m. 47, al km 62.

Al km 63 Cantoniera Coghinas, m. 66, in bassura fortemente malarica. Vista estesa sulla conca del fiume.

A Nord, un bel cerchio di colli che culmina con la Punta Manna, alta m. 533, del Monte Rúju. Si vedono avanti, sulla destra della strada, i grandi fabbricati della colonia di Monterenu, fondata sotto il patronato di re Vitt. Eman. II.

Nel tratto di Coghinas, che si costeggia, rimangono tracce di sette ponti romani; tra i sette piloni del ponte di Monterenu, due antichi sono ancora visibili.

Il Coghínas segna come la separazione di due epoche geologiche e così di due paesaggi diversi, come si può facilmente avvertire proseguendo la strada.

Da TEMPIO ad OSCHIRI, carrozzabile km 31.5, che gira il lato Ovest del Limbara.

Interamente tutta in pendenza e contropendenza, si stacca da Tempio, a 8 km, presso la stazione; attraverso vigneti, pascoli e castagneti, prima pianeggiando, poi in salita, tocca a km 6.4, la Cantoniera Curareddu, m. 573, con bellissimi panorami a sinistra; discende alquanto, risale al piccolo valico La Variante, m. 676, al km 10.2.

Di qui si scende nella valle del Curadori con larga e bella vista verso il Monte Sassu.

Al km 12.9 Cantoniera Gadaau, m. 557, lungo a mezza costa si scende dolcemente col Curadori.

Al km 24.6 Cantoniera Pedredu, m. 165. Si passa il Riu Mannu; in falsopiano si risale a km 31.5 Oschiri, m. 202.

© Tutti i diritti riservati

Condividi Articolo su: