Escursione da golfo aranci a La Maddalena

Tratta dalla PRIMA GUIDA del TOURING CLUB ITALIANO sulla SARDEGNA

di L. V. BERTARELLI

Milano 1918

SBARCO A GOLFO ARANCI

1 ITINERARIO

GIRO IN BARCA O BATTELLO – PARTENZA DA GOLFO ARANCI – DI CAPRERA E DELL’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

NAVIGANDO VERSO L’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

L’arcipelago di La Maddalena

La Maddalena

1º ESCURSIONE DA LA MADDALENA: VISITA A CAPRERA

2° ESCURSIONE all’ ISOLA S. STEFANO

3° ESCURSIONE ALLE ISOLE SPARGI-BUDELLI-RAZZOLI – SANTA MARIA

SBARCO A GOLFO ARANCI

GOLFO ARANCI, oltre che di una piccola insenatura del Golfo di Terranova, è il nome di un gruppo di case (ad una ventina di km dal comune di Terranova Pausania, a cui appartiene) sorto all’approdo dei piroscafi di Civitavecchia.

Presso l’approdo vi è la stazione di testa delle ferrovie per Cagliari e Sassari. Un molo, lungo m. 250, sporge dalla costa piuttosto bassa. Su di esso vi è la stazioncina di Golfo Aranci Marina, a pochi metri dalla quale attraccano i vapori. Vi è in luogo l’Ufficio di Dogana ed un Ufficio biglietti. (Agenzia del Servizio di Navigazione delle FF.SS.).

Da questa stazioncina i treni passeggeri vanno a Golfo Aranci Stazione, distante km 1.4 (buffet assai modesto con qualche camera per alloggio) con un tratto lungo la spiaggia ed un regresso in lieve salita. Da Golfo Aranci Marina a Golfo Aranci Marina Stazione si può anche andare a piedi per un bel passeggio e, siccome si risparmia il regresso, vi sono soltanto km 0.5. Su questo passeggio, in un masso di granito di Caprera è inciso un ricordo alla eroica condotta della Brigata Sassari nella guerra.

Terranova spiegò sempre opera per diventare scalo dei vapori in luogo di Golfo Aranci, il che accorcerebbe il percorso ferroviario di 23 km Contro tale tendenza si opposero ragioni tecniche (difficoltà di approdo, nebbie frequenti). Comunque, ciò costituì per Golfo Aranci una situazione disagiata per la quale esso si trova, dopo tante decine d’anni di un traffico importante, in un abbandono deplorevole sotto l’aspetto commerciale, sociale e turistico.

La stazione delle Reali è il solo fabbricato di qualche entità. Il molo è assolutamente privo di ogni più necessario riparo per i servizi.

La guerra ha raddoppiato il numero delle casette quasi tutte di solo pianterreno, poste fra le due stazioni, ma Golfo Aranci rimane un informe aggruppamento di povere abitazioni, ove si trova anche un certo numero di osterie per marinai ed emigranti.

Non vi si trova chiesa, cimitero, scuola, medico condotto, acqua sorgente o condotta (la si porta da Civitavecchia o da Terranova), né carrozzabile per l’interno, né conforto di alcuna specie.

Lo scarico ed il carico delle auto costituisce una difficoltà grande e vi si provvede in qualche modo solo colla cooperazione del comandante di bordo (che non vi è tenuto) e trattando col capobarca (impresario locale degli scarichi), Sotto questo aspetto urgono provvedimenti d’altronde facilissimi da parte delle FF.SS. per piroscafi e delle Reali per il materiale del porto. L’auto va trasportata da un piano di caricamento ad un vagone scoperto a fianchi ribaltabili che bisogna aver ordinato in precedenza alle Reali.

Vapore per Terranova e La Maddalena.

ESCURSIONI A CAPRERA ED ALL’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA.

Golfo Aranci 1909
Stazione Golfo Aranci
Stazione Golfo Aranci - coll. Domenico Melia, Facebook

GIRO IN BARCA O BATTELLO – DA GOLFO ARANCI – DI CAPRERA E L’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

L’escursione a Caprera è una delle più interessanti che si possano fare in Sardegna, non soltanto per la meta patriottica ma anche per l’interesse turistico.

L’Arcipelago poi offre a sua volta campo a splendide gite di mare, alternate con piccole ascensioni, avanti panorami insuperabili per varietà verso la Sardegna e la Corsica.

Conforto, nelle isole, nullo; bisogna portare tutto nella barca.

Le comunicazioni sono comode: il piroscafo da Civitavecchia a Golfo Aranci fa coincidenza a Golfo Aranci con un buon vaporetto, proveniente ogni mattina da Terranova (che, se il mare permette, affianca il postale); parte circa 1 ora dopo l’arrivo di questo, giungendo con ore 2.30 di navigazione a La Maddalena (Ia classe L. 4.20; IIa classe L. 2.75; IIIa classe L. 1.40; siccome si sta in coperta, tutti prendono la terza).

Non vi è servizio di ristorante; sbarco L. 0.30; riparte da La Maddalena alle 15 ed arriva a Golfo Aranci in sicura coincidenza con la partenza serale per Civitavecchia.

A rigore quindi da Civitavecchia bastano un giorno o due notti per l’escursione di Caprera.

Al turista che fa il viaggio di Sardegna, se il tempo è bello, conviene approfittare di questa circostanza all’arrivo a Golfo Aranci, per esaurire subito l’escursione. In buone condizioni, che forse non troverebbe al ritorno.

L’escursione riesce fastidiosa, a chi soffre il mal di mare, coi venti di tramontana, levante e scirocco.

Itinerario consigliabile è anche quello che sostituisce l’andata od il ritorno Golfo Aranci-La Maddalena coll’attraversamento della pittoresca Gallura, mediante il servizio pubblico d’automobili Tempio-Palau.

Golfo Aranci - Thomas Asby
Golfo Aranci - Thomas Asby

NAVIGANDO VERSO L’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

Lasciando Golfo Aranci, si gira il molo e lungo terra, a Nord del vasto Golfo di Terranova, con splendida vista da ogni parte, si punta verso l’Isola di Tavolara, che giustifica di qui perfettamente il suo nome. La lunga linea della sua piatta cresta, che cade dirupata in mare, si stende per quasi 5 km all’altezza di circa 500 m. La punta del Passo Malo, nel centro, tocca i 561.

A 2 km da Golfo Aranci si passa tra la penisoletta che termina il Golfo di Terranova e l’isolotto di Figarolo, alto 141 m., lungo 650, dirupato in cresta, con praterie cespugliate nel mezzo ed ai piedi una pittoresca scogliera. Il passo è largo solo 350 m. Mentre si percorre, bello sguardo retrospettivo verso le ardite forme del Limbara o dell’Ultana.

Si costeggia, a piccolissima distanza, per km 1.5, in acque molto profonde, l’imponente muraglione granitico di Capo Figari, quasi a picco sul mare, scavato da profonde grotte, con le sommità ricoperte di alberi nani e di pini, sulle quali non è raro scorgere dei mufloni, numerosissimi su queste balze, essendo tutta la penisoletta di Capo Figari caccia riservata.

Al di là di Capo Figari si allarga, a sinistra, il profondo Golfo di Cunzana (o Cugnana) che sembra finire a Nord in un basso molo, rosseggiante quando il sole l’illumina. Questa grande scogliera è fatta dall’Isola Soffi a sin., dalle isolette le Camere e dall’Isola Mortorio più a destra.

Al largo di questa, ad 800 metri da Mortorio, gli Scogli di Mortoriotto. È su questo passo che punta il piroscafo, giungendovi, dopo una dozzina di km., da Capo Figari. La vista a sinistra è sempre magnifica.

Il Golfo di Cunzana, limitato a Sud dall’elevato Capo Figari ed a Nord dall’estrema diramazione Est del roccioso Monte Zoppu m. 139, vi è chiuso da una serie di montagne granitiche molto accidentate, con cime acute scaglionate dal Monte Zoppu e dalla prossima Punta Turritta, m. 421, fino a Sud a Punta Cunzana, m. 649. Isolotti bassi e scogli spumeggianti sono sparsi qua e là lungo le spiagge frastagliate e deserte.

Delle isole, la Mortorio, alta m.77, lunga km 1.3, ha coste molto frastagliate, circondate di scogli ed è completamente deserta.

Volgendosi indietro, l’alto ciglione del Capo Figari, coronato dal semaforo, caratteristico e bellissimo effetto fa il suo sperone a picco che taglia sullo sfondo i tenui colori della lontana Isola Tavolara.

Si passa tra Mortorio ed il desolato Mortoriotto; davanti appare Caprera sullo sfondo lontano delle alte montagne corse. Nel passo, splendida vista da ogni parte.

Si punta ora un po’ più al largo delle isole di li Níbani: a sinistra si lasciano i numerosi scogli formanti il gruppo delle Isole dei Póveri ed il roccioso isolotto delle Rocche, ai piedi del Monte Zoppu.

Subito al di là, fra la costa e l’Isole di li Níbani, il pericoloso Passo delle Galere, che mette al Golfo Pevero. Si lasciano a sinistra le deserte Isole di li Nibani, di colore oscuro, di cui la più grande, dalle precipiti scogliere, è lunga 900 m. ed alta 27 ed è circondata da acque basse.

Caprera, con la cresta rocciosa, alta e frastagliata, culminante nel Monte Tejalone, m. 212, riconoscibile da ogni parte per la grande asta che lo sormonta, si vede ora in tutta la sua lunghezza.

La Maddalena invece non si scorgerà che più tardi, dopo il passaggio fra il Capo Ferro e l’Isolotto delle Bisce, che segnano l’entrata di levante dell’estuario.

Il piroscafo volge ora nettamente ad Ovest costeggia il lungo e basso Capo Ferro, coronato da un semaforo e da un faro. Si dà l’ultimo sguardo a Mortório, Capo Figari e Tavolara, posti l’uno davanti all’altro in linea retta.

Si entra nel breve passo, largo 500 metri, a fianco dell’Isolotto delle Bisce, lungo km 1.1, tutto coperto di erba, bassissimo (21 metri).

Navigando verso Ovest si rasentano, sulla destra, la Punta Rossa, estremità meridionale fortificata di Caprera, e l’Isolotto del Porco.

Dalla parte opposta, a Sud, si sprofonda in lontananza lo stretto Golfo di Arzachena. Sono visibili da ogni parte fortificazioni dell’estuario, semafori, bianchi segnali trigonometrici di direzione, mede e boe, a raso delle acque od a piccola altezza.

Si entra, volgendo a Nord, nel passaggio tra Caprera, a destra, e l’Isola di Santo Stefano, a sinistra, mentre l’isola della Maddalena resta di fronte ed appare ad un tratto, gaia, vivacissima, la cittadetta, con le numerose opere militari e civili, nei suoi dintorni l’ospedale, il fabbricato delle scuole, le caserme, i grandi depositi di carbone, gli sbarramenti. Negli ancoraggi sono disseminate talora numerose navi da guerra di ogni ordine.

Il passo tra Caprera e Santo Stefano è largo km 1.2. L’Isola, situata a 600 metri a Sud della Maddalena, è rocciosa, incolta, abitata soltanto da pochi pastori. Essa raggiunge la massima elevazione con la Punta dello Zucchero, m. 101. Presso il mare, 9 grandi serbatoi cilindrici di lamiera, di nafta e benzina.

Il Palau si vede lontano a sinistra. Il vapore ormeggia a pochi metri dalla banchina, talora attracca, davanti all’Albergo Belvedere.

* Dal Palau a La Maddalena e viceversa, servizio pubblico di autoscafi postali, km 4 a cent. 50. Eventualmente si trovano facilmente barche a noleggio.

Il Palau è un piccolo gruppo di case, privo di risorse, ove non si può pernottare.

Mappa Golfo Aranci - La Maddalena
Golfo Aranci - Thomas Asby
Golfo Aranci - Thomas Asby

Notizie storiche

L’Estuario della Maddalena è, con La Spezia e Taranto, uno dei porti marittimi militari Italiani più importanti. L’Arcipelago granitico comprende, senza contare le minori, sette isole principali riunite in due gruppi: Maddalena, la sola che abbia un centro abitato, Caprera e S. Stefano e, più a Nord Ovest, Spargi, Budelli, S. Maria e Razzoli. Fra le prime quattro e la costa sarda si aprono i canali della piazza marittima della Maddalena: fra le ultime ed il gruppo delle Isole Lavezzi, appartenente alla Corsica, vi sono le Bocche di Bonifacio. L’Arcipelago fu conosciuto dal Romani col nome di Isole Cunicolari, e fu chiamato dai Genovesi İsole dei Carugi (nome popolare dei vicoli di Genova), Verso la fine del XVIII sec, ebbe anche il nome di Isole Intermedie per la sua situazione tra Sardegna e Corsica.

Nel 1720, alla cessione della Sardegna ai duchi di Savoia, l’Arcipelago era abitato da pochi pastori corsi di Bonifacio, semi indipendenti, che per lungo tempo si sottrassero al Governo sardo, il quale mandava di tanto in tanto le proprie galere a scovarne i pirati barbareschi.

Nel 1767 una spedizione militare sarda occupò stabilmente, senza resistenza da parte dei 185 abitanti, l’Arcipelago, malgrado una protesta della Repubblica di Genova, padrona della Corsica, che pretendeva di avere diritti anche su di esso. Il primo luogo occupato fu quello detto Guardia, dove sorgeva un’antica torre pisana di vedetta, l’odierna Guardia Vecchia, m. 146, punto più alto della Maddalena (ove è ora il semaforo).

Le prime abitazioni, di cui ancora si vedono le mura diroccate e la prima chiesa allora dedicata a Santa Maria Maddalena, ancora esistente ed officiata, erano al centro dell’Isola, a Nord di Guardia Vecchia, lontane dal mare per paura dei pirati.

Verso il 1770 gli abitanti incominciarono le prime costruzioni al mare, presso Cala Gavetta e fu questo il principio della cittadetta La Maddalena, di cui oggi, in fondo alla detta Cala, esiste ancora una casa con la data 1805 sulla porta. Prima opera militare permanente fu un fabbricato costruito nel 1773 sulla parte meridionale dell’Isola di S. Stefano, segnata oggi col nome di Forte S. Giorgio, ora monumento nazionale. Si chiamava allora Torre di S. Stefano.

Nel febbraio del 1793, durante la guerra tra la Repubblica francese ed il Regno di Sardegna, dalla Corsica parti una piccola spedizione militare contro La Maddalena, tra i componenti della quale fu Napoleone Bonaparte, capitano di artiglieria francese, allora in licenza in Corsica, che vi prese parte come luogotenente colonnello in un battaglione di volontari corsi; spedizione che si impadronì della Tоrre di S. Stefano e tenne l’isola per 3 giorni. Napoleone stesso impiantò una batteria all’estremità settentrionale dell’Isola e diresse il bombardamento della Maddalena, poi i Francesi furono respinti.

Nel 1804 la squadra inglese, al comando di Nelson, stazionò quasi tutto l’anno alla Maddalena, sorvegliando la flotta francese concentrata a Tolone: partì il 20 gennaio 1805, quando quella uscì da Tolone ed iniziò quella lunga caccia, che doveva finire nove mesi dopo nelle acque di Trafalgar. La parrocchia di La Maddalena conserva (rivolgersi al parroco) due candelieri ed un crocifisso d’argento, dono di Nelson, ed un suo autografo, datato dalla nave Victory, su cui il grande ammiraglio morì a Trafalgar.

Verso il 1887 l’Arcipelago fu scelto dal Governo italiano come base strategica e di rifornimento per la flotta, e da allora data l’attuale sviluppo.

La Maddalena, coll. Carlo Frau - Facebook
La Maddalena, coll. Domenico Melia - Facebook

LA MADDALENA, abitanti 8550, Albergo Belvedere, modesto, ed altri.

Servizi di barche a vela e motoscafi per il Palau.

Alcune vetture stazionano ordinariamente in piazza del Comando, per la casa di Garibaldi (in 40 minuti, distanza km 5.5, andata e ritorno L. 3-5 compresa fermata di 1 ora).

Gli ufficiali di passaggio possono alloggiare alla Foresteria annessa al Circolo Ufficiali, con pagamento di tenue quota, e prendere i pasti alla mensa del Circolo.

La piccola città, abbastanza ben costruita è senza interesse. Nella piazza, presso il piccolo porto di pesca di Cala Gavetta, una colonna in granito alta 16 metri, con medaglione di Garibaldi del prof. Vizzotto, inaugurato nel 1907.

A ponente del porto il piccolo stabilimento balneare con cabine da cui si può proseguire per la stradetta verso Nord alla villa Weber, poi al Capo Inferno, all’altezza dell’Isola Spargi.

Salendo dal porto, a destra, nella via principale, la parrocchiale di scarso interesse; a destra, il Mercato ed il Palazzo Municipale, ove, nell’aula consigliare, la bomba napoleonica, che fu a lungo sulla piazza del porto.

La via sbocca sull’ampia spianata dell’Ammiragliato, ove sono l’Ammiragliato ed il Comando della difesa. Presso il Comando, una bella anfora vinaria romana (presso il cav. Carlo Ajassa tre altre, in ottimo stato, rinvenute nell’Isola di S. Maria).

La Maddalena, coll. Domenico Melia - Facebook
Albergo Belvedere La Maddalena, coll. Michele Serra
La Maddalena, coll. Domenico Melia - Facebook
coll. Giovanni Mulas, Facebook
La Maddalena, palazzo della Difesa, coll. Monica Ruiu

1a ESCURSIONE DA LA MADDALENA: VISITA A CAPRERA

Da La Maddalena, fra l’arrivo e la partenza del piroscafo da e per Golfo Aranci, si può fare, senza eccessiva fretta, la gita alla Casa di Garibaldi in carrozza. In tutto l’estuario e proibito fotografare*.

Dalla piazza di Comando fino alla Casa di Garibaldi, servizio vetture (vedi sopra).

La Tomba e la Casa sono sotto sorveglianza del Comando, che vi tiene una guardia d’onore agli ordini di un sott’ufficiale di Marina.

Proibito fotografare, salvo permesso Beritto del Comando.

Orario di visita della Tomba, in generale dalle 9 alle 14 tutti i giorni: alla Casa, trasformata in museo, stesse ore salvo il venerdì. L’orario è però alquanto variabile: in certi giorni l’accesso è anche inibito, salvo permesso, che facilmente si accorda, dal Comando.

Una buona strada carrozzabile, lungo gli edifici militari ed i grandi depositi di carbone, senza particolare interesse, conduce verso Est al Passo della Moneta, canale tra l’Isola della Maddalena e Caprera. Dato il basso fondale venne fatta tra le due isole una diga lunga m. 600 interrotta soltanto da un ponte girevole a due volate, su di un’apertura larga 25 m. Sul rettilineo della diga, bella vista sull’Isola; la Casa di Garibaldi spicca in bianco seminascosta dalle piante.

Caprera, forse la Phintonis di Tolomeo, era presidiata dai Romani. un grande ammasso granitico, con poche risorse del suolo roccioso, i cui grami pascoli possono nutrire, stentatamente, soltanto poche capre. Le carrozze si fermano di solito ad un piccolo leccio, dalla chioma piegata dal maestrale, ove per la carrozzabile, che qui diventa ripida ed incomoda, si sale in 4 minuti, alla Casa dell’Eroe, chiusa da cinta.

In prossimità della strada, sulla sinistra, in un tratto coltivato, è sepolta in luogo segnato da lapide, Marsala, cavalla prediletta di Garibaldi, sulla quale entrò a Palermo nel ’60. Poco prima di arrivare alla Casa, sulla destra, all’ombra di un grande pino e chiusa da un cancelletto di ferro, la località designata da Garibaldi per la sua cremazione.

Entrando a sinistra, in un cancello ov’è il corpo di guardia, si trova un ampio e ridente cortile: di fronte, un po’ verso destra, la strada fiorita che conduce alla Tomba. A sinistra, il giardino di Garibaldi e la Casa.

Sull’origine del soggiorno di Garibaldi a Caprera si hanno notizie diverse. Sembra che Garibaldi sia venuto la prima volta alla Maddalena nell’ottobre del 1849, quando, dopo la gloriosa difesa di Roma, fu esiliato dal Governo Sardo o quivi tenuto prigioniero pochi giorni, prima di essere condotto a Tangeri, da dove l’Eroe passò poi in America.

Al suo ritorno, nel 1856, fece vela per la Sardegna, con l’idea di acquistare in Gallura un punto di stabilimento. Ritornò alla Maddalena nel 1856 col suo piccolo cutter Emma e si stabili allora a Caprera, abitando in principio nella casetta di legno ancora conservata con gelosa cura (visibile entrando dal cancello), da lui costruita con legname trasportato da Nizza.

Da quell’anno, venuto in possesso di una piccola eredità, lasciatagli dal fratello Felice, cominciò a costruire la Casa Bianca e continuò a lavorare, facendo viaggi di cabotaggio fra Continente e Sardegna, vigilando gli avvenimenti d’Italia, che maturavano.

Per 26 anni la Casa Bianca fu la sua dimora prediletta, dalla quale non si allontanò che per compiere le sue grandi gesta. Quivi nella solitudine si dedicò con passione all’agricoltura: creò un uliveto, una pineta, un campo di agrumi, religiosamente oggi conservati. Vi stabilì un apiario razionale, un mulino a vento che muoveva una trebbiatrice, una piccola macina, un frantoio ed un trinciaforaggi. La parte più recente della Casa fu costruita dalla seconda moglie, donna Francesca, durante la sua spedizione in Francia nel ’70. L’interno della Casa è trasformato in museo di ricordi, bronzi, bandiere, corone, offerte votive d’ogni parte del mondo.

Il letto matrimoniale, nel quale riposò per 16 anni, è in una cameretta bassa, povera, ancor più che modesta. Nella camera un poco più alta ed aerata, aggiunta da Donna Francesca, si conserva l’altro letto pure modestissimo, nel quale volle essere trasportato per vedere ancora il mare, pochi giorni prima della morte. Appeso alla parete, un calendario a foglietti porta la data venerdì 2 giugno 1882 ed aggiunto a matita: ore 6.20 antimeridiane. Dietro la casa, su uno scoglio granitico, il busto nel tradizionale costume, di L. Bistolfi, con l’inserzione «Al suo venerato Capo la famiglia consacra» 2 giugno 1883.

La stradetta di fronte, tutta fiorita di gerani sotto gli ulivi, conduce ad un altro piazzaletto: alla Tomba, semplicissimo sarcofago di granito, a destra ed a sinistra, le altre dei figli Manlio, Teresita, Rosa, Anita, in marmi anche ornati, che il visitatore vorrebbe non vedere.

In fondo, in basso, verso il mare, il porticciolo nel quale Garibaldi approdava e dal quale più volte salpò anche nascostamente, come nel 1860, per compiere le sue magnanime Imprese.

Casa Garibaldi, coll. Giovanni Mulas - Facebook
Tomba Garibaldi, coll. Luisa Deiana - Facebook

2° ESCURSIONE all’ISOLA SANTO STEFANO

Dal porto, con barca a remi, in 20 min., Lire 2, si è tosto nell’Isola rocciosa, incolta, con qualche pascolo, frequentata da pochi pastori. Dal punto di approdo si diramano due sentieri, quello di sin. conduce a Punta Sassu od al Poggio Tondo, su cui il pilastrino trigonometrico, a m. 81, di fronte all’Isola Maddalena, ove si presume fossero le batterie napoleoniche. L’altro sentiero conduce direttamente a Sud al forte già S. Giorgio (ora Santo Stefano), ove fu prigioniero fino alla morte Giov. Cadeddu, uno dei capi della congiura contro il viceré di Cagliari nel 1812.

Proseguendo, si perviene alla Cala Vela Marina, dove era ancorata la flotta francese.

Salendo Punta dello Zucchero m. 101, la splendida vista, oltre che su tutta la costa occidentale fino a Punta Sardegna ed alla Punta Falcone, sulla Maddalena, Caprera e le altre isole minori, si allarga verso la costa orientale fino ai monti di Cunzana ed all’Isola Tavolara.

3° ESCURSIONE ALLE ISOLE SPARGI – BUDELLI – RAZZOLI – SANTA MARIA

Dalla Maddalena a Santa Maria con mare buono ore 2-3, Lire 10.

È una delle più piacevoli escursioni di mare, da farsi però esclusivamente con tempo buono. Lasciato a fianco lo Scoglio Bianco, a 2 km dalla Maddalena, si costeggia per un buon tratto l’isola, passando nel canale largo km 1.5, tra questa e Punta Sardegna.

Si può distinguere a Sud-Est il Capo d’Orso, elevato, ripido e privo di vegetazione, costituito da una montagna rocciosa accidentatissima, cosi chiamato a cagione di una roccia sulla sua sommità, somigliante da più parti ad un orso. Questo si distingue benissimo entrando nell’estuario da Punta Sardegna ed è visibile anche perfettamente dagli ancoraggi del Golfo di Arzachena, ma si cela dietro altre rocce per le navi che vengono dall’Est ed entrano nell’estuario da Punta Rossa. È a circa 4 km dal Palau e vi si può andare (meglio appare la forma in distanza) prendendo il sentiero a Sud, che poi volge ad Est verso la piccola insenatura dello Stentino, in mezzo a mirti, scopaggini e cisti. La corrosione del granito deve essere lentissima., poiché ai tempi di Omero pare avesse questa stessa forma: infatti il poeta greco indica la fontana del Palau col nome dell’Orso e tale nome è pure dato al capo nei libri di Tolomeo.

Dalla base dell’Orso, bellissima vista di parte dell’estuario.

Si volge verso Nord-Ovest avvicinandosi all’ISOLA SPARGI. Questa ha sponde alte, rocciose, cinte di scogliere e solcate da profondi burroni e raggiunge, col Colle Guardia Preposti, nella parte Sud, la massima elevazione di 155 metri. Vi si trova anche una pianura relativamente estesa e fertile a campi e vigne. È quasi rotonda, con un diametro di circa km 2 – 2.5, abitata da pochi pastori. Nel tempo di passo, buona caccia di beccacce, quaglie e pernici.

Facendo rotta verso Nord nel canale tra Spargi e Budelli, si vede a Sud-Ovest, a circa 700 metri dall’isola Spargi, l’isolotto Spargiotto, m. 48, o poco più a ponente Spargiotello, ambedue aridi scogli.

Si rasenta ad Est l’ISOLA BUDELLI, abbondantissima di conigli selvatici, che distruggono i pascoli. È incolta, deserta, con sponde rocciose, irta di scogli e quasi ovunque inaccessibile.

Punto più elevato è Monte Endello, m. 87.

A Nord-Ovest di questa Isola, a circa 500 metri, è l’ISOLA RAZZOLI ed a Nord Est L’ISOLA DI SANTA MARIA, separata dalla prima dal Passo degli Asinelli, largo poche decine di metri.

La prima, lunga km 2.5, è più avanzata verso le Bocche di Bonifacio, nel cui sfondo si alzano le montagne corse; ha sponde elevate, rocciose, frastagliate ed accessibili soltanto al fondo dell’insenatura di Cala Lunga, nella parte Ovest, ove trovasi un tratto di spiaggia. È disabitata o frequentata soltanto da pescatori, Il punto più elevato è Monte Cappello, m. 65. (Il giro dell’isola rasente la costa, se con tempo calmissimo, è interessante). A Nord Ovest di essa, a 300 metri circa dalla costa, un grosso scoglio emergente.

L’isola di Santa Maria, lunga circa 2.5 km, è separata dal Passo Strangolato, largo poche decine di metri e seminato di scogli, dall’isola La Presa, più piccola, alta 50 metri: è di tutt’altro aspetto, non ha la desolata nudità dei massi granitici.

Quasi pianeggiante, con estesi terreni coltivati, ove alligna bene la vite, discretamente abitata, ha un laghetto di m. 480 per 100 e., ricco di pesci ed è la più amena del gruppo della Maddalena. Vi è una villa di proprietà Ajazza, un’insenatura con spiaggia adatta per bagni. Il punto più alto è, nel centro, la collina Guardia del Turco, m. 49, con semaforo. Grande ricchezza di cacciagione di passo, che vi fa tappa qualche giorno prima di attraversare la Sardegna.

Ad Est di Santa Maria, a poco più di 1 km., il gruppo di isolotti o a grandi scogli detto Corcelli (lo scoglio di ponente è alto 31 m.), a Sud del quale l’Isola Barrettini m. 40, e poi ancor più a Sud gli Isolotti Barrettinelli, al di là dei quali la Punta Marginetto, la più settentrionale dell’Isola Maddalena.

La rotta del ritorno si può variare, passando da queste scogliere e poi ad Ovest della Maddalena. Volendo si può sbarcare presso la Punta l’Interno. alla testa del sentiero che, passando per Casa Bianca m. 130, ed allargandosi poi in mulattiera, giunge alla Maddalena; 1 ora circa a piedi.

da Google Maps
I Percorsi dei Viaggiatori - La Maddalena

1828 – Smyth         

1837 – Valery         

1849 – Tyndale         

1858 – Forester         

1860 – La Marmora (La Maddalena)        

1860 – La Marmora (Tra Santa Teresa e La Maddalena)         

1860 – Elpis Melena            

1866 – Mc Grigor         

1869 – Von Maltzan       

1885 – Tennant         

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