DA PALAU A TEMPIO
di Richard Seewald
Frutti di mare
Eine reise durch Häfen und Inseln
[Un viaggio tra porti e isole]
con 108 disegni a china
Berlino, Volksverband der Bücherfreunde
1933
DIRITTI RISERVATI FONDAZIONE SEEWALD ⇒
PER APPOSITA CONCESSIONE A GALLURA TOUR
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Su Richard Seewald si veda:
Qui per la sua biografia – 1 – 2 – 3 – 4 – 5
Ora saliamo moderatamente ma costantemente verso un imponente altopiano apparentemente infinito. Il paesaggio è assolutamente deserto. Per chilometri intorno si vede tutt’al più, come segni della presenza umana, qualche casa solitaria qua e là, e muretti di pietra che dividono i campi e fiancheggiano le strade.
Una grande malinconia aleggia sulla vasta pianura che stiamo attraversando in fretta, e diventa ancora più intensa e più dolce man mano che cala la notte, e la terra a ovest, dove il sole è tramontato, diventa fredda e pallida, mentre sopra la calda roccia che domina a est, molto al di sopra delle montagne frastagliate, una grande luna fluttua nel viola del cielo.
Questa dolce malinconia è la malattia e l’aria dei veri viaggiatori, e mi attanaglia più nelle colline e nelle pianure – sui cui ondulamenti la macchina si destreggia come una nave che cerca la sua strada sulla superficie dell’oceano verso destinazioni sconosciute –, che in alta montagna, dove ad ogni curva il sentiero si richiude e la meta è costantemente celata da montagne più vicine.
Perciò mi perdoni il lettore che non l’ho condotto nelle selvagge montagne che costeggiavano il mare della Corsica e non lo condurrò nelle montagne frastagliate e impervie della Sardegna che rimangono alla mia sinistra.
A me le pianure sembrano più antiche, più vaste, più venerabili delle montagne, anche se so, naturalmente, che queste sono le più antiche. Ma per me il pensiero inizia solo nel momento in cui l’uomo affondò per la prima volta l’aratro nel terreno fertile, quando scese dai monti al mare e cominciò ad affidarsi alla fragile chiglia, preso dal desiderio di nuovi lidi.
E questo piano mi sembra antico, come se fosse sempre rimasto così sotto la vecchia luna, mentre le razze umane e le loro culture su di esso mutavano lasciando a malapena traccia; eterno come esso è solo il bue che vi cammina sopra e porta tra le corna ricurve il sacro disco della luna.
Aspetto con impazienza la comparsa dei leggendari nuraghi, costruzioni preistoriche in pietra di cui ho letto e che mi sembrano stiano più degnamente sulla terraferma che qui. Ma dovrò aspettare altri due giorni prima di vedere spuntare i grossi coni.
Nel frattempo si è fatto buio. Il vento della sera fa vibrare i cardi secchi e alti come l’uomo, fruscia tra le chiome delle querce da sughero e dall’ampia pianura ci porta il profumo meraviglioso del cisto, del mirto e del timo.
Si ringrazia la Fondazione Seewald per la concessione della pubblicazione delle pagine (testi e immagini)
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Disegni, dipinti e litografie dell’800
Michel Antony Shrapnel Biddulph, “La valle del Liscia”, ca 1858, IN Thomas Forester, Rambles in the islands of Corsica and Sardinia, Londra 1858; edizione italiana Come due vagabondi. Due ufficiali inglesi nella Sardegna dell’Ottocento, curato e tradotto da Maria Laura Argiolas, Cagliari, Condaghes, 1996.
Disegno a china – ca. 1930
di Richard Seewald
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per concessione a Gallura Tour
Foto contemporanee
di HrodebertRobertus – Flikr, Hans Leysieffer – Flickr, Guido Rombi – Flickr, Daniele Giagheddu (@giago85 – Instagram)
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