VI.1 – Presagi di morte

di Maria Azara

La trilogia della vita si chiude inesorabilmente con la morte. Anche per il trapasso da questa all’altra vita è ricchissimo il folklore sardo e, particolarmente, quello della Gallura.

Molti sono i fatti considerati presagio di morte. I vecchi particolarmente ne tengono gran conto. Anzi, essi usano pregare San Pasquale perché li avverta della loro morte in tempo, in qualche modo affinché essi possano prepararsi a morire cristianamente, dopo aver ricevuto i Santi Sacramenti.

I segni premonitori della morte possono aversi nei sogni (li sònnii sò avvisi) e nei responsi dati dalle fattucchiere mediante le carte, che, accéltani (accertano) lo svolgimento della vita delle persone (201).

(201). Sognare di vedere carne macellata e spezzettata è segno di morte per persone, che hanno fatto del male, che hanno nemici.

Possono essere tratti dalla speciale conformazione di una bestia che s’incontra o da segni esistenti nelle ossa rimaste dopo il pasto. Certi pastori della zona pre-anglonese, dalla conformazione o da segni, che percepiscono sulla scapola di un agnello o di un capretto, stabiliscono non soltanto pronostici sui matrimoni e sui figli, ma anche e sopra tutto sulla morte e precisano, particolarmente, se si tratterà di morte naturale o di morte violenta.

L’ululato del cane (ùrrulu di lu caní) a mezzanotte è indizio di morte e di sventura. Occorre dire subito, per scongiurare il pericolo: Innantu a te falia (Su te discenda la morte o la sventura). Si crede che il cane ululi per paura dei morti, che sente col suo fiuto, oppure che vede perché gli si aggirano intorno.

In qualche località, es. a Tempio, l’ululato del cane è addirittura segno che tre persone del vicinato devono morire.

A Santa Teresa Gallura la caduta di un ghiacciolo (ciròni) è presagio di morte. Uguale presagio di morte per un parente importa la caduta di un dente innanzi tempo.

Se si vede una stella cadente (aerolite), che cade sfavillando, morirà una donna se il suo colore tenderà più verso il bianco, morirà invece un uomo, se il colore tenderà verso il rosso. Bisogna guardarsi in quel momento dal toccare qualcuno, che si abbia vicino, per non farlo morire o recargli sventura. Altrettanto se si vede una stella molto vicina alla luna o due grosse stelle l’una presso l’altra. Se vi è in casa un ammalato e si versa sbadatamente dell’olio, l’ammalato morirà.

Se l’ammalato muore e conserva gli occhi aperti si ritiene che altra persona della famiglia lo l’anno, segua entro.

Ad Olbia si crede che se rimane aperto l’occhio destro morirà uno stretto congiunto; se il sinistro un parente meno prossimo.

A Santa Teresa Gallura quando si sente in casa un rumore insolito e inspiegabile, si pensa subito che in quella casa dovrà morire qualcuno prima che passi un anno.

A Tempio e a Luogosanto se entra in casa la croce astile in venerdì, per un parente, si crede che debba presto morire altra persona di casa. Secondo altri il funerale di venerdì presagirebbe la morte, entro l’anno, di sette persone abitanti nella stessa strada. Il funerale in sabato presagisce la morte di tre persone del vicinato.

Il mattino di S. Giovanni, appena spuntato il sole, se si vede la propria ombra senza testa, la morte avverrà entro l’anno.

Nella sera di S. Giovanni si collocano tre pietre di sale su una lastra, se l’indomani, al levar del sole, si troveranno sciolte, è indizio che colui, che le ha collocate, morrà entro l’anno; se si trovano mezzo sciolte significa che farà una grave malattia; se sono intere vuol dire che per quell’anno non morrà (202). Se uno, ad Aggius, sogna di essere con un rosario i cui noccioli si sfilino, egli morrà entro l’anno (203). Se quando la processione del viatico fa ritorno alla chiesa, l’ultimo del corteo è una vecchia, l’ammalato dovrà certamente morire.

Se in una casa muoiono a breve distanza di tempo due persone è certo che tra breve ne morirà una terza.

Il devoto che durante la processione del Corpus Domini fa le così dette cattru cantunati (soste e preghiere del quadrivio) vedrà sfilare innanzi al corteo tutte le persone del paese che moriranno durante l’anno.

Quando le galline svolazzano a notte tarda nella stia o fanno gran rumore, non bisogna fare il nome di alcuna persona, ché in caso contrario, questa morirebbe. Si nomina invece un animale qualunque, e si dice: Tuttu falia innantu a te, tutto ricada su di te (204).

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(202). Cfr. COSSU G. M., Tradizioni, superstizioni e credenze sarde in «Rivista delle tradizioni popolari italiane», 1894, fasc. III, p pag. 221.

(203). Cfr. PIRODDA A., Altre credenze di Aggius in «Rivista delle tradizioni popolari italiane», 1894, fasc. I, pag. 43.

(204). Le stesse credenze sono anche nel Logudoro: cfr. CALVIA SECCHI G., Morti e moribondi nelle credenze del Logudoro in «Rivista per lo studio delle tradizioni popolari», 1895, fasc. IV, pag. 300-301.

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