V.15 – Affidu a gran distinu
di Maria Azara
Prima di chiudere questo capitolo devo accennare a l’affidu a gran distinu (matrimonio a gran destino) che è del genere di quello tentato da Renzo e Lucia in casa di Don Abbondio. Oggi nessuno vi ricorre più perché i sacerdoti, nei casi consentiti dalle leggi canoniche, non fanno difficoltà a celebrare segretamente in chiesa il così detto «matrimonio di coscienza».
Ma i vecchi di Gallura ricordano che, nei tempi passati, quando i giovani non avevano la possibilità di ottenere il consenso dei genitori si recavano, con i testimoni, in casa di un sacerdote e improvvisamente gli dichiaravano chista è mé mudderi, chistu è mé maritu; e se il sacerdote lasciava completare le due frasi, i giovani si consideravano legittimamente sposi quale che fosse, poi, la sorte delle loro nozze innanzi alla chiesa e innanzi alle autorità civili. E forse da questa incertezza di sorte deriva la qualificazione data a questo matrimonio di affidu a gran distinu.