V.13 – Scherzi agli sposi
di Maria Azara
Dopo la cena, anch’essa molto lautamente servita (200) si riprendono le danze, ma a una certa ora gli sposi si ritirano.
(200). Mi è stato riferito che un povero servo pastore, alquanto semplicione e gran mangione, interpellato se mai in vita sua avesse potuto sentirsi sazio, rispose che questo gli era avvenuto tre volte:
1) candu ni falési lu salconi di lu stazzu (quando si sfasciò lu salconi) una specie di capannone fatto con tronchi e rami d’albero in cui si chiudono tutti i capretti e gli agnellini lattanti perché non succhino tutto il latte alle mamme, e che in quell’occasione dovettero perire in molti, con conseguente abbondanza di carne;
2) Candu si fési lu cóiu di Franciscu cun Duminichédda (quando si celebrarono le nozze di Francesco con Domenichina; erano i suoi padroni)
3) candu murísi lu babbu (quando morì il padre, forse dello stesso padrone).
Ho riferito l’episodio perché è come un chiaro indice delle scorpacciate, che si fanno in occasione di pranzo nuziale e, purtroppo, anche in occasione di quelli funebri.
Quando gli invitati comprendono che gli sposi stanno per lasciarli si aggruppano intorno a loro, cercano di separarli per poi nascondere la sposa e costringere lo sposo a ricercarla, mentre gli invitati gli rivolgono parole scherzose.
Gli scherzi agli sposi continuano con qualche serenata e con la chiassata mattutina alla loro porta, se essi non sono stati solleciti a levarsi. Viene finalmente l’ora degli addii e ciascuno per la via più breve ritorna alla propria casa dopo un ultimo scambio di auguri e di grazie.
Generalmente non si fanno feste quando sposa un vedovo o una vedova. Ma se questi sono inoltre persone vecchie, talvolta viene fatta ad essi la sirinata di strau (serenata di biasimo, di disprezzo) cantando canzoni satiriche e facendo gran chiasso a mezzo di latte vuote di petrolio (stagnalori) fortemente battute con bastoni e sassi fra alte grida, starruti, parole di scherno, fischi ecc.
Queste scampanate divengono sempre più rare, per fortuna, perché talvolta finiscono male. Lo sposo, accecato dall’ira, apre la finestra e spara sul gruppo all’impazzata, così che dalla farsa si passa, senz’altro, alla tragedia.