V.10 – Pranzo di nozze

di Maria Azara

Non vi è regola fissa per il pranzo di nozze. Si fa qualche volta nella casa degli sposi, qualche altra in casa dell’una o dell’altra famiglia. Ma quando le feste nuziali durano due giorni, ci si alterna: per un giorno si mangia in casa dell’uno, e per quello successivo in casa dell’altro.

Sempre, però, si mangia abbondantemente e altrettanto abbondantemente si beve, senza arrivare al punto di giungere allo stato di completa ubriachezza.

Lo stato di leggera ebbrezza piace a tutti, ma se qualcuno si ubriacasse completamente diverrebbe lo zimbello della compagnia; e, perciò, oltre che alla vigilanza che ciascuno cerca di attuare su se stesso, funziona il controllo dei vecchi e delle donne sui rispettivi figli e mariti, perché non si superi… il limite di tolleranza dello stomaco e del cervello per le bevande alcooliche.

La lista delle vivande è molto varia e lunga. Ne ho già parlato a proposito del pranzo di fidanzamento. Generalmente si usa mettere un pizzico di pepe nella minestra o nella zuppa che si offre agli sposi.

Nei luoghi di mare (Santa Teresa di Gallura, la Maddalena, Olbia) si abbonda più in pesci che in carni (aragoste, triglie, sogliole e altri pesci fini); il contrario avviene nell’interno della Gallura e fra i piatti di carne è immancabile la rivéa (194).

Dappertutto, se si è in periodo di caccia aperta vi è nel pranzo straordinaria abbondanza di cacciagione, particolarmente di pernici, quaglie, colombi, tordi e lepri, e spesso di cinghiale.

Un piatto che sostituisce la minestra o la zuppa, è quello di li cjusòni, gnocchi fatti con piccoli pezzi di pasta fresca arrotolati, mediante sfregamento del pezzo di pasta sotto un dito, sul fondo di una canistrédda (il canestrino di palme intrecciate), o sul crivello (culiri) o sulla grattugia.

Immancabile è pure tutta la serie dei dolci e dei latticini schiettamente locali di cui ho pure parlato a proposito delle feste dei giovani e del fidanzamento (195).

Qualsiasi torta venga portata in tavola deve essere intaccata col primo taglio dalla sposa. Lo sposo deve subito dopo tracciare le fette.

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