V.3 – Periodi preferiti per le nozze

di Maria Azara

Ci si può sposare in qualunque stagione e in qualunque mese, ad eccezione della quaresima e di luglio e, in qualche luogo anche di settembre. In queste epoche le nozze, secondo la credenza popolare, non sarebbero felici.

In luglio si miete e si trebbia il grano sull’aia con i vecchi sistemi del calpestio con i cavalli e con i buoi, lanciandosi il grano per aria (183).

(183). L’agliola (la trebbiatura nell’aia) è fatta così: si distendono i covoni delle spighe slegati sull’aia, che ne resta coperta. Si fa poi girare sull’aia un congruo numero di cavalli, affiancati l’uno all’altro. Mentre quello che fa da perno alla fila è tenuto da un trebbiatore, o legato, con corda a un palo gli altri cavalli sono incitati con la frusta da altro trebbiatore, che regola la velocità del cavallo primo all’esterno. Dopo qualche giro, la fila si inverte in modo che ai cavalli non rechi fastidio girar sempre quasi su se stessi. Calpestate, le spighe si sgranano e appena si vede che il trituramento è sufficiente, il grano trebbiato è riunito in un mucchio. che a palate viene sollevato e gettato da un lato formandosene un altro mucchio. Se soffia anche una leggera brezza quando il miscuglio di grano e paglia viene lanciato per aria, la paglia è spinta dal vento più lontano mentre il grano ricade più vicino. Continuando questo lavoro, dopo un po’ di tempo, il mucchio del grano rimane pulito. Questo si insacca, allora, da una parte e la paglia dall’altra. Spesso, dove non vi è abbondanza di cavalli, la trebbiatura si fa con i buoi che si aggiogano a due a due. Al giogo si attacca una fune lunga, all’estremità della quale è legata una grossa pietra. Un poco dalle zampe dei buoi, un poco dalla pietra, le spighe sono presto calpestate e si ripete l’operazione come sopra.

Così si crede, che potrebbe andare per aria la felicità di chi si sposasse di luglio. I mesi preferiti sono quelli della primavera e quello di ottobre, perché si può avere maggior concorso di gente e perché la stagione meglio si presta per i festeggiamenti. Quanto ai giorni della settimana, la preferenza assoluta è data alla domenica o ad altro giorno festivo; vengono, poi, sempre in ordine preferenziale, il sabato, il giovedì e il mercoledì. È escluso da per tutto il venerdì, in molti luoghi anche il martedì e in alcuni perfino il lunedì (184).

(184). Il proverbio, infatti, varia nella dizione:

A Tempio si dice:

 

Né in vennari né in malti

Non si spósa né si palti.

Presso l’Anglona invece:

 

Ne in lunisi né in malti

Non si spósat né si palti.

A Bortigiadas è quasi stabilito dall’uso che i celibi debbano sposare la domenica e i vedovi il giovedì. Non ho potuto accertare quale spiegazione possa darsi a questo uso.

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