V.1 – Preparativi del matrimonio

di Maria Azara

Quando la data del matrimonio è stata decisa lo sposo pensa a procurare la casa e la sposa pensa alla preparazione del corredo. È questa la consuetudine più largamente seguita. Le eccezioni possono essere determinate da diversità di condizioni economiche fra gli sposi e può darsi, allora, che l’uno o l’altra provveda a tutto, come anche da usi locali che, pur essendo vigenti su zone ristrettissime, non sono per questo meno rispettate e seguite.

Nell’Anglona – i cui usi, come ho più volte rilevato, sono seguiti nelle terre contigue della Gallura si dice – si dice: «lo sposo dà il vuoto, la sposa lo riempie», per indicare che lo sposo provvede la casa sfornita di mobilio, che deve esservi portato dalla sposa. Lo sposo, però, oltre al proprio corredo personale (compresi gli abiti giornalieri e festivi), porta anche su cominzu (il principio), cioè un poco di ogni qualità di grano (trigu), di granone (triguindia), di fave (), di lenticchie (lentizza), di fagioli (asólu) ecc., quanto ne occorre per mangiare fino al prossimo raccolto (fin’a s’incunza) e per seminare.

A Santa Teresa di Gallura, invece, la donna fornisce casa e mobilio; l’uomo non vi porta che un lettino con la relativa biancheria.

Altrettanto è da dirsi per Luras ed Aggius, pur senza il lettino.

A Loiri la sposa reca soltanto la biancheria personale il letto nuziale; a tutto il resto deve pensare lo sposo.

A Tempio, ad Olbia, a Calangianus, oltre il corredo nuziale, la sposa deve fornire i mobili, gli utensili di cucina e qualche ornamento per la casa (es. quadri, ricami ecc.). Altrove la sposa provvede alla casa e al suo arredamento. Lo sposo deve, però, avere un tratto di terra, un giogo di buoi, un cavallo e tutti gli arnesi per i lavori agricoli.

Può darsi che la sposa, oltre il corredo, abbia una vera e propria dote. Si provvede, allora, generalmente, mediante scrittura; ma, per lo più anche in questi casi, si stabilisce una comunione di beni fra marito e moglie. Raramente si fa inventario e stima del corredo. La fiducia reciproca è massima, ma le mamme previdenti danno alla sposa l’elenco degli oggetti che le sono stati assegnati. Il trasporto dei mobili nella casa degli sposi si fa, in qualche luogo, seguendo determinati criteri, ma generalmente non vi è regola costante; il trasporto, cioè, si compie quando si può e con i mezzi che si possono avere a disposizione, e fra questi il più comune è dovunque il carro a buoi (175).

In ogni caso, prima che nella casa degli sposi siano trasportati i mobili, è di buon augurio portarvi il sale, il grano e l’acqua benedetta (176).

(176). Altrove, oltre il sale e il grano, si porta anche l’olio (a Santa Teresa Gallura) e altrove ancora un uovo fresco (a Luras). In nessuna famiglia, poi, manca la caggina (catino di ginepro) che si ritiene mantenga fresca l’acqua, almeno per un po’ di tempo, e l’uppu (tazza di sughero con lungo manico) col quale si attinge l’acqua dal catino.

 

Qualche brava massaia non manca anche di mettere dritta, dietro la porta, una scopa nuova, simbolo della pulizia che la sposa dovrà tenere nella casa.

Talvolta la madre dello sposo attende, sulla porta della casa, l’arrivo dei mobili e del corredo e getta sul carro una manciata di grano come buon auspicio (177); talaltra la madre della sposa segue il carro e dispone la sistemazione dei mobili, nei quali colloca la biancheria, provvedendo personalmente a preparare il letto nuziale (178).

(177). Se il grano è contenuto in un piatto, la madre ne versa il contenuto, ma non rompe il piatto. La rottura di questo avviene quando il corteo nuziale entra in casa al ritorno dalla chiesa.

(178). In qualche posto, nella preparazione del letto nuziale la madre della sposa è assistita da parenti o da amiche e specialmente dalla madrina della sposa. Alla Trinità d’Agultu, anzi, è proprio privilegio della madrina la preparazione del letto nuziale.

 

Non vi è giorno fisso per il trasporto, ma in alcuni luoghi avviene otto (a Telti, a Luogosanto, a Olbia) oppure tre giorni (a Bortigiadas) prima delle nozze. Quasi da per tutto da parenti e amici è fatta visitare la casa, appena è pronta, cioè ripulita, pitturata di fresco, con i mobili sistemati e, su questi, esposti i molti o pochi doni ricevuti dagli sposi.

Quando è bella e abbondante, viene anche mostrata la biancheria.

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(175). Una descrizione particolareggiata delle modalità del trasporto del corredo si può leggere in BRESCIANI A., op. cit. vol. II, pag. 105 segg.; LUCIANO B., op. cit., pag. 72 segg.; WAGNER M. L, Das laendliche Leben, Sardiniens im Spiegel der Sprache, Heidelberg, 1921 pag. 162 segg.; MALTZAN H. F., op. cit pag. 59 segg.; VUILLIER G., op. cit., pag. 76 segg.; BOULLIER A., L’Ile de Sardaigne. Dialecte et chants populaires, Paris, 1865, pag. 203 segg.; LA MARMORA A., Viaggio in Sardegna, Cagliari, 1926, pag. 212.

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