Abbigliamento
di Vittorio Angius – a cura di Guido Rombi
Abbigliamento femminile. Le donne benestanti vestono come quelle di Cagliari e di Sassari e chi ne ha i mezzi segue le mode dei tempi.
Le donne del popolo non usano più il busto rigido per avere maggior facilità di movimento nella vita quotidiana, tanto più che la regolarità delle loro forme non perde nulla per assenza del medesimo; perciò ne vestono uno leggero e tutto pieghevole. Sovrappongono un giubbino di mussolina dipinta o di cachemire a maniche larghe nell’estate, di panno verde o castagno a maniche strette nell’inverno. La parte superiore del petto viene coperta con un fazzoletto a volte di seta, a volte di lana.
La gonnella esterna per le stagioni calde è di indiana a disegni, nell’inverno di panno verde. Il verde è il colore che è sempre piaciuto alle donne tempiesi, ed è ancora caro.
Non poche donne della plebe lasciano scoperta anche d’inverno la parte più bassa della gamba e lo fanno con una certa vanità.
Le cuffie sono usate in casa dalle signore. Invece le donne della media e bassa classe coprono il capo in un modo particolare, con lu cenciu. Si tratta di una pezzuola di seta o di lana piegata a triangolo con cui cingono il capo sulla fronte, mettono poi sul cucuzzolo alcuni cenci per dargli la forma di una pira, infine raccolgono le due estremità della pezzuola sulla fronte a forma di rosa, o ne fissano i capi sopra le tempia sempre a forma di rosa.
Le donne già attempate annodano il fazzoletto sotto il mento.
Il grembiule è usato dalle sole signore; se una della bassa borghesia lo portasse per motivi di pulizia sarebbe derisa. Generalmente le donne e le fanciulle di famiglie agiate non amano caricarsi di ornamenti d’oro e d’argento e si può notare molta semplicità. Esse, hanno un modo loro caratteristico di vestirsi per andare in chiesa nei giorni solenni: vestono una gonna di panno verde-scuro molto fino con giubbone di panno fino verde o azzurro chiaro, quindi la sopraccingono di un’altra gonna rovesciata, di seta doppia o di velluto in seta, la quale ‒ levandola da dietro sin sopra il cencio, al quale si attacca con uno spillo d’oro ‒ forma un mantello, dentro il quale resta più o meno chiusa la persona a seconda che le falde si tengano vicine o distanti.
Abbigliamento maschile. Gli uomini benestanti e generalmente tutte le persone civili, compresi anche i merciaiuoli (commercianti in mercerie), vestono alla moda generale delle città.
Gli altri coprono la parte superiore della persona con un giubbetto di panno o di velluto, a uno o due petti, chiuso del tutto, come lo tengono le persone più adulte, o aperto in parte, come usano i giovani studenti e gli scarpari per mostrare la bianchezza della camicia. Non usano cravatta.
La parte inferiore del corpo è coperta o da pantaloni di panno del paese o estero, o da brache di orbace larghe e corte sin sopra il ginocchio, sotto le quali scendono i calzoni di lino lunghi e larghi, ma raccolti sotto il ginocchio dentro i borsacchini o usatti, come sogliono ancora fare quelli che sono più restii ad abbandonare le tradizioni.
Le giacche, che cinquant’anni fa erano diffuse con gran bene della salute, ora sono in disuso, e forse non si trovano due soli vecchi che tuttora le vestano. Gli altri le hanno dismesse, follemente persuasi che le vesti diverse da quelle usate in altre parti, che si considerano civili, fossero vesti barbare. Sebbene dopo il disuso di queste antiche vesti nazionali si siano fatti frequentissimi con questo clima di temperatura variabile i casi di morbi micidiali, tuttavia non hanno ancora capito che la loro causa era dovuto alla mancata difesa di quelle vesti, che proteggevano dalla mutabilità della temperatura esterna.
Abbandonate le giacche si sono pure abbandonate le cinture di cuoio semplici e ricamate, e sono pochi quelli che usano la cartucciera (sa carrighèra) che serviva di cinta e aveva venti e più scatoline cilindriche contenenti ciascuna una carica.
Si stava poi anche abbandonando l’uso antico di far crescere la barba e solo pochi la tenevano, ma ora è tornata di moda.
Il popolo si copre il capo con la berretta di color rosso, violetto, o nero. I giovani amano il rosso, le persone serie il nero o il violaceo.
si veda anche la voce “Abbigliamento” del saggio Gallura: