Chiese e parrocchie
di Vittorio Angius – a cura di Guido Rombi
Della diocesi di Civita si è già scritto nel rispettivo articolo: resta ora da dire delle parrocchie e cappellanie comprese nella giurisdizione del suo vescovo.
Le parrocchie sono nove: Tempio, Aggius, Bortigiadas, Longone, Calangianus, Luras, Nuchis, Terranova (Olbia), la Maddalena.
Tempio. Ha avuto finora una collegiata sotto l’invocazione di San Pietro apostolo, eretta nel 1560 da Gregorio XV, con un capitolo di dodici canonici di massa, uno dei quali ha la dignità di decano, un altro l’ufficio di teologo, e un terzo quello di parroco, ai quali non da molto si è aggiunto un canonico organista. I beneficiati sono 18.
Nel 1839 Gregorio XVI la innalzava al grado di cattedrale con bolla datata addì … la quale finora (anno 1840, agosto) non è stata eseguita.
Ci sono a Tempio tredici chiese filiali e dodici nei circondari.
Aggius. La parrocchiale, dedicata a San Vittore, è governata da un rettore con tre viceparroci. Le chiese minori sono una nel paese, tredici nel territorio.
Bortigiadas. La parrocchiale ha per titolare e patrono San Nicolò di Bari, e per la cura delle anime ha un rettore e due viceparroci. Le chiese minori dentro il paese sono tre, fuori sette.
Longone. La parrocchiale è intitolata a Santa Teresa, perché fondata nel 1810 col favore della regina Maria Teresa arciduchessa d’Austria. Le chiese minori sono due, una dentro il paese, che fu finora parrocchiale, l’altra fuori.
Calangianus ha la parrocchiale dedicata a Santa Giusta v. e m., governata da un vicario assistito da due viceparroci. Le chiese minori sono sei nel paese, e altrettante fuori.
Nuchis. La parrocchiale dedicata allo Spirito Santo governata da un vicario. Le chiese minori sono cinque nel paese, ed una fuori.
Terranova (Olbia). La parrocchiale, intitolata a San Paolo apostolo, è governata da un vicario con l’assistenza di tre viceparroci. Nel paese ci sono tre chiese filiali, fuori otto, tra le quali si annovera l’antica cattedrale civitatense dedicata a San Simplicio.
La Maddalena. La parrocchiale è dedicata a Santa Maria Maddalena, ed è governata da un vicario con un viceparroco. Era una chiesa campestre fabbricata nel 1764, intorno alla quale cominciarono a radunarsi i pastori e nasceva la presente borgata.
Cappellanie o parrocchie campestri sussidiarie. Se i vescovi della Chiesa di Civitas in passato non fecero nulla per migliorare la misera condizione religiosa dei pastori sparsi nella Gallura, è perché non ne avevano i mezzi.
Le cose cambiarono grazie alla saggezza del conte Bogino, ministro del re Carlo Emanuele, che favorì l’erezione di alcune parrocchie campestri, intendendo riunire i pastori intorno a quelle e renderli più docili con la educazione cristiana.
I cappellani dovevano restarvi da novembre a tutto giugno, quanto il tempo che allora i pastori passavano nelle cussorge, e dovevano amministrare i sacramenti, spiegare il vangelo e gli altri principi religiosi.
Prima di questo intervento, nei distretti più lontani i bambini restavano senza battesimo per più mesi e alcuni anche per più d’un anno, se non si poteva fare un viaggio al paese, o non si aveva la possibilità di andare a Bonifacio. Non pochi poi dei servi o dei figli che dovevano guardare il bestiame e le capanne ‒ mentre la famiglia restava nel paese ‒ arrivavano a 20 o 25 anni senza aver mai visto la parrocchia e assistito agli uffici religiosi, giacendo in una perfetta ignoranza o in opinioni erronee ed assurde.
Le parrocchie campestri che furono erette allora erano:
A Luogosanto nella cappella dedicata alla Nostra Signora nella commemorazione della sua Natività.
Nel Liscia nella cappella di San Pasquale Baylon.
Ad Arzachena nella cappella di Santa Maria maggiore, presso alla quale nel 1776 si edificava una chiesa più capace.
Ad Aglientu nella cappella di San Francesco di Assisi.
Ad Oviddè nella cappella dedicata a San Teodoro.
Poi nel 1813 si istituiva un’altra cappellania in Agultu nella chiesa della SS. Trinità.
Ciascuna delle cinque prime cappelle è retta da un viceparroco beneficiato dalla cattedrale con l’assegno dalla camera vescovile di 40 scudi in aggiunta a quanto gode per la presenza nel coro. […] si vede bene che questi cappellani fanno una vita assai meschina e patiscono molte privazioni, condannati a una tristissima solitudine, obbligati a pesanti sedute nel tempo delle confessioni e a frequentissimi viaggi lunghi e faticosi anche nella notte per mulattiere («vie caprine») e guadi pericolosi sotto le tempeste per amministrare i sacramenti agli ammalati.
Si dirà che i sacerdoti sono tenuti a tanto e a peggio, che devono esporsi in situazioni difficili per il bene delle anime e condurre vita dura? Verissimo questo; ma non meno vero allora che uomini così magnanimi dovrebbero essere riguardati con carità speciale, e che converrebbe confortare quelli che non son forti d’una virtù eroica a sostenere il generoso incarico.
Che questi manchino del necessario, mentre tanti che hanno scaricato il proprio ministero sulle spalle di mercenari guazzano nell’abbondanza delle ricchezze…!!
Il viceparroco che serve nella cappella di Agultu avrà dal rettore di Aggius poco più o meno degli anzidetti beneficiati.
Questi buoni sacerdoti vivono in una casetta poco comoda presso la cappella a custodire la quale portano per sacrista (lo chiamano comunemente eremitano) un uomo meccanico che possa essere d’aiuto ai pastori.
Poiché non poche cussorge sono così lontane dalla cappella parrocchiale che raggiungerle in certi tempi è veramente impossibile, in altri troppo scomodo dovendo viaggiare sei od otto ore tra andata e ritorno, si dovrebbero istituire altre parrocchie, per esempio a Vignola, Viddalba, Telti, nel Castangia e altrove.
Io ho sentito molte lamentele per la mancanza dei conforti religiosi e capito il gran desiderio di ottenere un sacerdote per colmare la profonda ignoranza religiosa. Perciò converrebbe che, come si è fatto sin dal principio per la parrocchia di Luogosanto, e da poco a Oviddè, così si facesse per le altre: cioè che i rispettivi viceparroci risiedessero presso la cappella per tutto l’anno.
In altri tempi, quando le famiglie pastorali – dopo aver terminato le operazioni della raccolta del latte – lasciavano la cussorgia, non c’era ragione perché rimanessero; ma nel presente, essendo pochi quelli che tornano in paese, è buon motivo che non si assentino. Si possono lasciare nei quattro mesi che la cappella è chiusa una ottantina di bambini senza battesimo, una cinquantina di moribondi senza gli aiuti dei sacramenti, e senza la consolazione di poter fare i doveri religiosi tante anime pie?
Chiese rurali minori. Apporremo un b a quelle, nelle quali si celebra festa di bandiera, come dicono, e di cuccagna.
Nel territorio di Tempio, San Giorgio – San Lorenzo – lo Spirito Santo – Santo Stefano – la Concezione – la Madonna di Taragnani – Santa Lucia – San Leonardo – la Madonna della Trinità b.
Sono già abbandonate Santa Chiara – San Sebastiano – San Tommaso, e restano alcuni vestigi della chiesa di Poi, dove furono monaci benedettini?
In Padulu, San Gavino – San Saturnino.
In Balaiana, San Trano – San Nicolò – San Leonardo b – la Madonna di Loreto – San Pietro – San Marco – Sant’Antonio di Agliàgana – Santo Stefano, dove si crede esserci stato un altro stabilimento di benedettini – Santa Maria di Suraga – la Madonna del Rimedio b.
In Siuloni, la Madonna delle grazie b – San Pietro.
In Chivoni, Sant’Andrea – la Madonna delle nevi b – Santa Reparata b – San Martino, dove pure si dice siano stati benedettini.
In Arzachena, San Pietro b – Sant’Andrea.
Nel Liscia, San Michele – San Giorgio – San Lussorio, anche esso ritenuto pertinenza dei benedettini.
In Canahili, San Biagio – San Michele.
In Balascia, San Bacchisio b.
In Telti, Sant’Anatolia b – Santa Vittoria b.
In Vignola, Santa Maria, dove furono i benedettini? – San Pietro già esecrata – Sant’Andrea caduta.
Nel territorio di Aggius, San Brancazio – Sant’Antonio – Santa Maria Maddalena – San Giuseppe patriarca – Sant’Orsola – San Pietro apostolo – San Pietro martire – Santa Maria – Santa Elisabetta – San Lussorio.
In Coghinas, San Giovanni.
Nel territorio di Bortigiadas, Sant’Antonio abate – Santa Lucia – San Lussorio – San Michele – la SS. Trinità – San Brancazio b – San Rocco b.
Nel territorio di Calangianus, San Paolo – San Leonardo – San Bacchisio – San Giacomo – San Giambattista b.
In Scupetu, una chiesa nominata da Costantino e da Elena come santi!! – San Giuseppe patriarca b. Son cadute le cappelle di Santa Margherita – San Sebastiano – San Nicolò – Santa Maria.
Nel territorio di Luras, San Bartolomeo b – San Nicolò vescovo b.
Nel territorio di Nuchis, San Pantaleone.
Nel territorio di Longone, la Vergine di Buon cammino b. A Capo Testa è crollata la chiesa di Santa Reparata.
In Montivagliu, San Biagio.
Nell’Aglientu, San Brancazio.
Nel territorio di Terranova (Olbia), San Simplicio, antica cattedrale, siccome fu detto, della diocesi di Civita – Santa Maria Cabuabbas – Santa Lucia – San Lussorio – San Vittorio – San Pietro – San Leone – San Nicolò, che dicono seggio dei benedettini? – Santa Maria di Larentanas – la Provania – Santa Margherita – San Paolo – San Marco – San Michele.