TEMPIO
di Alberto La Marmora
Itinerario dell’isola di Sardegna
Torino 1860
traduzione e cura di Maria Grazia Longhi
Nuoro, Ilisso, 1997 (Bibliotheca sarda, 16)
in francese:
Questa città, di fresca data, è posta in una specie di pianura ondulata, ai piedi del gigantesco gruppo del Limbara; anticamente veniva chiamata Villa Templi e prima ancora lì vicino si trovava la stazione romana di Gemellas, da cui viene forse il nome Gemini dato alla regione.
È solo da una trentina di anni che il paese di Tempio è stato ammesso, con Ozieri e Nuoro, al rango delle città della Sardegna.
Bisogna dire che già da molto tempo era sede di un vescovo, dell’intendente della provincia, di un comando militare e di un tribunale locale e che nonostante il nome di paese da oltre due secoli è considerata il capoluogo di tutta la grande regione di Gallura.
Il loro linguaggio si avvicina più all’italiano che al sardo, assomiglia cioè al dialetto corso, cosa d’altronde naturale perché fino ai nostri giorni, la Gallura, priva di ponti e di strade, comunicava più difficilmente con le altre province dell’Isola che con la Corsica, con la quale è separata da un piccolissimo stretto.
Infine c’è anche una società filarmonica, composta di una ventina di amatori di musica che suonano specialmente in chiesa o in teatro, e qualche volta aprono gratuitamente la loro sala al pubblico.
Gli edifici di Tempio sono costruiti tutti con lastre di granito, o piuttosto con blocchi allungati che vengono squadrati per mezzo di arnesi di ferro; le pietre sono poggiate l’una sull’altra e tenute appena insieme con una calcina fatta di argilla a forte presa, e molto raramente con la calce, perché questo materiale finora costava molto caro dal momento che bisognava portarlo da molto lontano a dorso di cavallo. In effetti, le sole zone della Gallura in cui si trovi la pietra calcarea sono capo Figari e l’isola di Tavolara; come cemento è ottimo, ma dista da Tempio cinquanta chilometri che bisogna fare su sentieri tremendi, fino a oggi impraticabili dai carri e buoni appena per i cavalli del paese. Si estrae la calce anche in Anglona, nel villaggio di Sedini, ma è di qualità inferiore e il trasporto è ancora difficile e costoso. Del resto le costruzioni in questione sono molto solide, solo che le case non vengono imbiancate all’esterno, e neppure varrebbe la pena di farlo perché la calce dell’imbiancatura non fa presa sul granito e il primo acquazzone asporta tutto.
Le case di Tempio si presentano perciò con un aspetto esterno tutto particolare ma un po’ massiccio, aggravato dai pesanti balconi di legno a strapiombo sulla strada.
Tempio è ben fornita d’acqua; quest’ultima, siccome attraversa un suolo granitico, non si impregna di sostanze saline e di conseguenza è sana ed eccellente. Le sue sorgenti arrivano in gran parte dalla grande montagna vicina.
All’inizio del pasto un giovane laico salì su un pulpito per la lettura, e ben presto sentii queste parole del Nuovo Testamento, attribuite a San Pietro: Per totam noctem laborantes, nihil cepimus.
Essendo questo precisamente il mio caso, il mio cattivo umore svanì e scoppiai in una risata che fu condivisa dai miei gravi commensali ai quali avevo dichiarato l’insuccesso della mia escursione.
Ho spesso tentato di distinguere, all’alba, la costa e i monti dell’Italia, ma invano; tutto ciò che ho potuto scorgere, verso est, è l’isolotto di Montecristo.
È nelle rocce elevate del Limbara che abitavano gli antichi popoli detti Balari, nome che, secondo diversi autori, significherebbe “fuggitivi”.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Carte, disegni, dipinti e litografie dell’800
Bartolomeo Pinelli, Costumi di Tempio, 1828, IN Raccolta di costumi italiani i più interessanti disegnati ed incisi da Bartolomeo Pinelli nell’anno 1828.
Giuseppe Cominotti e Enrico Gonin [disegno], A.J. Lallemand [incisione], Vestimenti sardi in serie – Tempio, ca 1826-1839, IN Alberto Della Marmora, Voyage en Sardaigne, ou Description statistique, phisique… Atlas de la première partie, 1. ed. Paris, Delaforest 1826; 2. ed. Paris, Bertrand – Turin, Bocca,1839.
Giuseppe Cominotti e Enrico Gonin [disegno], A.J. Lallemand [incisione], Graminatorgiu, ca 1826-1839, IN Alberto De La Marmora, Voyage en Sardaigne op. cit.
fucili di Tempio, IN Giuseppe Sotgiu, I fucili di Tempio, Tempio, Accademia Popolare Gallurese G. Gabriel, 2012.
Collezione Luzzietti, Tempiesi, ca 1795-1805, IN Francesco Alziator, La collezione Luzzietti: raccolta di costumi sardi della Biblioteca universitaria di Cagliari, De Luca 1963, Zonza 2007.
Alberto de La Marmora, Carta dimostrativa di triangolazione 1835-1838, IN Alberto de La Marmora, Viaggio in Sardegna, a cura di Manlio Brigaglia, Nuoro, Archivio Fotografico Sardo, 1997.
Cartoline e foto dell’800 e primi ’900
Collection Erennio Pedroni, Gianfranco Serafino, Vittorio Ruggero – Tempio Pausania
Photos contemporaines
Antonio Concas – Flickr; Alessandro Penduzzu – Flickr; Salvatore Solinas – Flickr; Matteo Aisoni – Flickr; Salvatore Carta – Instagram; Giacomo Calvia
© Tutti i diritti riservati