GOLFO ARANCI
di Charles Edwardes
La Sardegna e i sardi
Londra 1889
traduzione di Lucio Artizzu
Nuoro, Ilisso, 2000 (Bibliotheca Sarda, 48)
in inglese:
Fu al termine di un’umida notte di maggio che sbarcai dal vapore a Golfo Aranci, a nord-est della Sardegna. La nave collega ogni giorno l’Italia con l’Isola, lasciando la terra ferma nella rossa luminescenza del sole che declina all’arrivo dopo dieci o dodici ore di viaggio. Ritengo che raramente sia stracarica di passeggeri.
Un viaggio di dodici ore costituisce un’impresa ardua per l’italiano medio che, per giunta, se qualcosa conosce della Sardegna, pensa sia una terra di barbari (latrunculi mastrucati) e sa bene che nelle sue selvagge terre deserte non troverà dei caffè con i tavolini sistemati al sole ed altre comodità per i suoi gusti dissoluti. […]
Nel mezzo della massa della nera nuvolaglia, che a tratti si squarciava sopra di noi, brillavano come tenere lune le stelle più grandi. Il loro lucore ci permetteva di scorgere le brevi onde oleose del mare e ci costringeva a sforzare la vista per scrutare le forme spettrali dei promontori collinosi che, come le curve di un forcipe, racchiudono il golfo degli Aranci.
La certezza più assoluta della vicinanza della terra l’avemmo attraverso il senso dell’olfatto. Si percepiva l’incantevole profumo di erbe dolci, l’odore dell’acqua salata. Questo profumo andò intensificandosi quando, traghettati da una barca, raggiungemmo la banchina ferroviaria la quale serve, altresì, come molo di Golfo Aranci.
Grandi alberi di ginestra addolcivano l’aria. Avrei potuto immaginare di trovarmi a Kerry e d’altronde il modo brusco e sfacciato, col quale questi ragazzetti sardi si impossessarono del mio bagaglio, mi fece venire in mente proprio l’Irlanda e le costumanze della sua gente.
Questa zona nord-orientale della Sardegna è una terra selvaggia e incolta. Dai tempi in cui cominciò a rivestirsi di vegetazione, nessuno le recò mai fastidio fin quando, uno o due anni fa, il suo cuore venne sconvolto dalla ferrovia, affinché Cagliari potesse ricevere la corrispondenza da Roma più celermente che nel passato.
Le rocce di granito non stimolarono l’opera degli agricoltori. Le due o tre case dai tetti rossi, e il lungo edificio bianco della stazione ferroviaria, circondati da un giardino profumato, col favoloso rosso dei gerani in fiore, contribuiscono ad enfatizzare l’isolamento di Golfo Aranci che è il capolinea settentrionale della Sardegna.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Cartoline e foto dell’800 e primi ’900
di Binari a Golfo Aranci – Facebook
l piroscafo “Flavio Gioia” in servizio dal 1888 tra Civitavecchia e Golfo Aranci, IN Elettrio Corda, L’altalena sul Tirreno 1828-1978 : 150 anni di trasporti marittimi della Sardegna, Chiarella, Sassari, 1978.
foto IN Mario Spanu Babay, Figari, Storie del golfo e di Golfo Aranci, Olbia, Taphros, 2004.
foto IN Elettrio Corda, Passeggeri, in carlinga. Storia dell’aviazione civile italiana: dagli idrovolanti agli aviogetti (1926-1986), Nuoro, Archivio fotografico sardo, 1986.
Foto contemporanee
Sasha Fiori – Flickr
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