FRA I QUERCETI DELLA GALLURA

di

Ugo E. Imperatori

in

NOI E IL MONDO

Rivista mensile de La Tribuna

1913

anno III, n. 3, marzo 1913, pp. 283-285

Fra i querceti della Gallura

Alla furia del diboscamento, che nel secolo scorso colpì ogni regione d’Italia, la Gallura strappò con felice intuito d’amore i suoi boschi più preziosi, ricchi di quercia-sughero, quando ancora la cultura razionale ed il pieno sfruttamento di tale pianta erano ignoti a tutta la Sardegna.

Quando poi i francesi Gerard e Dèlmas ebbero nel 1828 rivelato il tesoro costituito [dal sughero] che in Gallura occupa il primo [omissis] arborea; quando con l’esempio il marchese V. De Boil ebbe, nella stessa epoca, confermato la nuova sorgente di lucro dell’isola, allora i Galluresi ebbero primi il merito di invitare industriali ed operai di Francia alla cultura ed alla lavorazione del sughero, e primi fra i Sardi divennero abili maestri nell’arte e nell’industria.

La pianta salvata dalla furia speculatrice del diboscamento fu ed è agli abitanti del circondario di Tempio pienamente riconoscente: essa ne forma oggi la ricchezza maggiore, oggi che le cure degli uomini assecondano lo sviluppo meraviglioso che la natura dà alla pianta negli idonei terreni della Sardegna. La quale per la sua posizione geografica e per la sua costituzione geologica dev’esser necessariamente ricca di quercia-sughero, pianta localizzata nella regione mediterranea e frequente in terreni derivanti dalla decomposizione di rocce granitiche, schistose o feldspatiche.

Le Gallura è appunto e specialmente adatta ai sugheri per le condizioni geologiche: è regione eminentemente granitica la quale custodisce nelle sue terre montane boschi di sughero di sviluppo superiore a quelli d’ogni altra regione isolana. La quercia-sughero si diffonde qui tranquilla nell’altipiano, scende pietosa d’ombra a fiancheggiare le strade maggiori e minori della Gallura, sale tenace lungo i monti fino a tentarne le cime, si sviluppa superba fra le somme rocce granitiche prossime al cielo, avanza amorosa verso città e villaggi in che li stringe in una fitta rete di tronchi e di chiome.

Sughero di Gallura
Sughero di Gallura

Oggi dal circondario di Tempio si lanciano sul mercato internazionale qualità di sughero industriale che sono le prime del mondo, prodotte specialmente là dove è ormai completa la evoluzione della coltura. Vi sono ancora sughereti affollati di piante che si ombreggiano a vicenda, che a vicenda limitano lo sviluppo del prodotto minacciato dalle erbe e dagli arbusti che crescono e si moltiplicano fra le querce-sughero. Ma si ammirano pur oggi grandi sughereti-modello nei quali è praticata ogni condizione di perfetto sviluppo della pianta che rende un prodotto per quantità abbondante, e prezioso per qualità.

Fra i boschi della Gallura occupa il primo posto – per la ragione coltura – il vasto sughero di Abbafritta ricco di oltre settantamila piante in territorio di Aggius): da esso si estrae la più eccellente qualità di sughero che offra il bacino del Mediterraneo.

Al mercato internazionale la Gallura concorre con un’annua produzione di sughero che varia degli ottomila ai diecimila quintali: una tal quantità è in realtà tanto più grande di quanto possano esprimer quelle cifre a profani, perché lo scortecciamento delle singole piante si ripete a lunghi inter valli di tempo.

Alla quercia-sughero si toglie la prima corteccia (dimaschiamento) soltanto quando la pianta tocca il ventesimo anno di età: se ne ottiene allora per prodotto il sughero maschio il quale non ha valore commerciale notevole; si usa come combustibile, come galleggiante per reti da pesca, e come materia prima per ottenere il nero di Spagna.

Poi quando la pianta ha raggiunto trent’anni di vita, si inizia lo scortecciamento del sughero femmina, il quale però acquista valore commerciale soltanto quando la pinta raggiunge i trentacinque anni. Lo scortecciamento avviene secondo in turno che va, in Sardegna, dai cinque ai dieci anni ma che produce tanto miglior sughero quanti più anni comprende. Nel ricordato sughereto-modello di Abbafritta lo scortecciamento avviene per ogni pianta dopo un turno di nove o dieci anni si ореrа nei mesi di luglio e di agosto. Una pianta di sughero, razionalmente curata e sfruttata, da corteccia commerciabile fino all’età di 150-180 anni.

Le cortecce, strappate all’albero a colpi d’ascia, sono accatastate nel bosco, indi trasportate in cortili ove rimangono finché siano sottoposte alla bollitura che rende le placche (plance) elastiche e possibili di perfetto appiattimento.

Le plance sono poi raschiate, ritagliate e ridotte a contorni perfettamente rettangolari ed a superfici affatto lisce Ma, purtroppo, il sughero appena ridotto in tavole emigra dalla Sardegna nella maggior quantità e nella qualità migliore verso i mercati di Francia, di Spagna, di Germania e d’America.

L’eccellente sughero sardo è sottratto dall’attuale sistema doganale e dalle condizioni attuali del mercato italiano alla industria sarda.

Sughero di Gallura
Sughero di Gallura

In Gallura, specialmente a Tempio, esiste una lavorazione del sughero: ma questa è limitata a minime quantità ed a qualità inferiori del prodotto, a primitivi mezzi tecnici. La grande industria del sughero, ricca di perfezionati meccanismi, fiorisce in paesi stranieri che elaborano qualità eccellenti di materia prima provenienti dall’Italia, e che in Italia importano le più eccellenti qualità di turaccioli, di carte e di altri prodotti Industriali.

A Tempio e negli altri paesi della Gallura, uomini e donne tagliano a mano le placche di sughero in liste di ugual larghezza; a mano dividono le liste in dadi (gli operai specializzati in tale lavoro si dicono quadrettai); ed a mano altri operai (i turacciolai) confezionano una notevole quantità di turaccioli. E quand’anche l’operaio gallurese si serve di strumenti meccanici, egli richiede ad essi un’opera soltanto complementare al suo accorto ed abile lavoro manuale.

È possibile render italiana l’Industria del sughero prodotto in Italia? Alla domanda che vivamente appassiona le genti di Gallura e che interessa la Nazione intera si tenta ora – con ardita iniziativa – di dare pratica risposta positiva, cioè di lavorare a Tempio razionalmente il sughero che qui razionalmente si vien producendo.

La fortuna di una tale impresa e la preferenza che i Galluresi debbono dare alla quercia-sughero nelle opere di rimboscamento avvenire potranno definitivamente risollevare le sorti di tutta la regione. Quando ogni terreno suscettibile di alimentar la quercia-sughero ne sarà ricoperto, quando tutto il prodotto della coltura sarà trasformato e lavorato sul luogo, il risorgimento economico della Gallura sarà un fatto compiuto.

Sughero di Gallura
Sughero di Gallura
Sughero della Gallura
Sughero della Gallura
Nuraghe Majori
Fra i querceti della Gallura

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