GOLFO ARANCI
di Marie Gamel Holten ⇒
Sardegna Isola sconosciuta
1913
Traduzione dal danese di Annette Bodenhoff Salmon
Oliena, Iris, 2005 ⇒
[I titoli dei paragrafi sono stati inseriti da Gallura Tour]
La tratta ferroviaria Tempio – Monti
Da Tempio a Monti si va in littorina per raggiungere la linea ferroviaria principale Cagliari – Golfo Aranci. [Traduzione più letterale di Gallura Tour: Una piccola ferrovia secondaria conduce da Tempio a Monti sulla linea principale Cagliari-Golfo Aranci.]
Poco fuori Tempio si attraversa un singolare paesaggio montano.
Che sia pieno di rocce e gole è naturale, però ciò che stupisce è che i massi sembrano quasi animati come se si fermassero un momento a guardare il treno per poi spostarsi dopo il suo passaggio.
Si vedono lunghe file di pinguini giganti, là c’è un orso polare; li quattro scimmie accovacciate sui macigni. Più in là giaciono enormi crani bianchi, sembrano i resti pietrificati dei giganti che, secondo la leggenda, una volta vivevano nei nuraghi. Un luogo ricorda da vicino il cimitero ebraico di Praga con una miriade di lapidi alla rinfusa e in cima a un’alta roccia si trova un masso che sembra una chiesa circondata da una città in rovina. Non tutte le figure ti fanno pensare a qualcosa che conosci, ma tutte hanno un’aura primordiale d’arcano orrido.
Andare per questi luoghi in una notte di luna si addirebbe al ragazzo che parta per il mondo per imparare a tremare di paura. Ancora più insolito è il fatto che non si vede traccia di presenze o opere umane al di fuori degli stretti binari che procedono serpeggiando nell’inquietante paesaggio lunare. Guardate! Là, su quella pietra c’è un piccolo gufo appollaiato. Ah, era davvero un gufo, perché è volato via. Che sollievo che fosse reale!
Golfo Aranci
Poco dopo il treno attraversa di nuovo campagne verdi pervase di pace e quando il sole rosso e splendente tramonta dietro le chiare montagne offuscate dalla prima nebbia raggiungo la porta della Sardegna, la graziosa Golfo degli Aranci.
Era così piacevole nella notte serena di luna trovarsi sul bordo dell’incantevole baia tanto che decisi di trattenermi per alcuni giorni a Golfo Aranci. Se ci si accontenta si può sopravvivere mangiando i pasti nel ristorante della stazione. Per di più si può prendere una delle camerette linde che si trovano al primo piano nello stesso edificio. Da lì si gode una bellissima vista sul golfo incorniciato da basse acacie bianche in fiore.
Il mattino dopo il sole sorse caldo e splendente inondando la terra e il mare di una luce chiara. Mi sembrava di trovarmi nei Campi Elisi. I fiori parevano germogliare e aprirsi davanti ai miei piedi dovunque andassi in una mattinata il prato che scendeva verso la spiaggia si ricoprì di iris blu. “Mentre voi vi affannate io qui scorderò la vita, il mondo, il tempo, e l’eternità”. “Ma cos’è questo odore insolito? Sembra provenire da una drogheria il sabato pomeriggio” Ah sì, proprio davanti a me c’erano delle pianticelle verdi che in tutto e per tutto ricordavano nell’aspetto e nell’odore i “formaggini alle erbe alpine”. Così finì l’illusione di trovarmi nei Campi Elisi.
Non so se si può chiamare Golfo degli Aranci una cittadina. È costituita da due file di basse casette da pescatori dove tutte le galline hanno pulcini lanuginosi e tutte le madri bambini piccoli e sporchi che non fanno altro che strillare. Quel poco movimento che esiste nella cittadina si concentra nell’estremità del molo dove attracca il vaporetto che arriva dal vasto mondo. Là si trova anche il piccolissimo ufficio postale che è così minuscolo che si fa fatica a trovarlo.
Quale favoloso luogo di villeggiatura potrebbe diventare questo posto! L’acqua è chiara e trasparente, e nello stesso tempo ricca di colore. Striature color porpora, blu scuro e verdastro orlano e solcano la superficie del mare. La sabbia è bianca e compatta e le piccole onde leziose accarezzano i ciottoli del bagnasciuga. E gli squali? Si troveranno al largo.
Faro di Capo Figari – Molara – Tavolara
La mia ultima sera in Sardegna salii al faro che si trova in cima a Capo Figari. Il sentiero attraversava un tratto di macchia di mirto e cisto in fiore, il profumo era tanto intenso che sembrava quasi materializzarsi. Al di sopra della macchia, ad altezza d’uomo, ondeggiava il velo giallo di seta delle spighe chiare d’erba.
L’edificio a blocchi bianchi e neri del faro si trova in una posizione solitaria e deserta, in alto, su una roccia bianco-grigia dove neanche riesce a mettere radici il semprevivo, che di solito ricopre ogni masso o roccia.
Mi sedetti su una pietra lungo il sentiero a guardarmi intorno. A destra s’addentrava nel paesaggio una stretta valle buia, selvaggia e impenetrabile per la vegetazione intricata ricoperta di spine. A sinistra si estendeva come lucente raso il mare trasparente. La superficie era disseminata di grandi e piccole isole, sparpagliate come pietre preziose. Figari, scura e verde come le rovine di un enorme castello, dalle ripide pareti scoscese che sull’alta cima formavano due terrazze; l’ombra profonda rendeva il mare intorno all’isola d’un blu cupo. Molara, d’un azzurro chiaro, e verso l’orizzonte i promontori sfocati che si dissolvevano fila dopo fila. Di fronte, dal mare calmo, s’innalzava la scoscesa Tavolara, come uno stupendo miraggio rosato e tremolante.
Una nuvola che si era gonfiata tanto da sembrare un’enorme mongolfiera si dissolse in una pioggia di petali di rosa che lentamente si proiettavano nel limpido cielo rosso dorato della sera. Il cielo e il mare si congiungevano in una misteriosa foschia purpurea.
Ero seduta sola in mezzo a una natura incontaminata e pura come nel primo giorno della Creazione. Provai l’assurda sensazione di desiderare che questa terra restasse per sempre così, che la bella campagna ricca di fiori rimanesse incolta e infruttifera, che la gente continuasse ad essere illetterata e non incivilita come ora, che amasse, odiasse e continuasse ad uccidere come ora che continuasse ad essere se stessa e felice.
Bella e selvaggia isola, non appena le cooperative di caseifici eleveranno le loro ciminiere nere accanto ad ogni stazione ferroviaria, e la gente si ucciderà solamente con la lingua e la penna, quando ci saranno circoli sportivi, alberghi e turisti col Baedeker, allora le tue bellezze saranno conosciute in tutta l’Europa e i tuoi figli avranno imparato a lavarsi e a seguire le mode. Ma quando arriverà quel momento la tua poesia unica e primordiale si sarà già perduta irrimediabilmente e per sempre.
Si ringrazia anticipatamente Annette Bodenhoff Salmon e l’Editrice Iris di Maria Dolores Turchi per la concessione dell’utilizzo della traduzione
NOTA. Si sta cercando da tempo, senza riuscirci, di contattare la Signora Bodenohoff e la Sig. Turchi, per ottenere l’esplicito consenso. Lo pubblichiamo nelle more di riceverlo, fiduciosi che riceverà – come già da tutti gli altri editori – il loro permesso. Gallura Tour infatti preferisce, quando possibile, dare merito ai libri che se ne sono per primi occupati, favorendo così una nuova meritata vetrina di attenzione agli stessi. (Ciononostante si resta a pronta disposizione).
Cartoline e foto dell’800 e primi ’900
di Binari a Golfo Aranci (Massimo Velati), Facebook
Thomas Asby, La Sardegna di Thomas Ashby. Fotografie 1906-1912, Carlo Delfino Editore, 2014 ⇒
Foto contemporanee
– dell’Autore
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GOLFO ARANCI
TILBAGE TILL GOLFO ARANCI – FARVEL
af Marie Gamel Holten ⇒
Den Ukendte Ø
J. Frimodts Forlag, København
1913
[Mange afsnitsoverskrifter blev indsat af Gallura Tour]
Jernbane Tempio – Monti
On n lille Secondærbane fører fra Tempio til Monti ved Hovedlinien Cagliari-Golfo Aranci. Ikke langt udenfor Tempio kommer man igennem et besynderligt Bjerglandskab. At det er stenet og kløftet, er jo i og for sig ikke saa mærkeligt; men Stenene her er næsten levende – det er, som om de netop et Øjeblik stod stille for at se paa Toget, for snart derefter at sætte sig i Bevægelse igen, naar dette var ude af Syne.
Dèr staar lange Rækker af Kæmpepingviner, dèr en Isbjørn; dèr har fire Abekatte sat sig paa Hug paa store Stene. Dèr ligger vældige hvide Kranier – som om det var forstenede Levninger af de Kæmper, Sagnet fortæller, en Gang har levet i nuraghe’rne. Et Sted ligner ganske Jødekirkegaarden i Prag, med utallige Gravtavler mellem hinanden, og oppe paa en høj Klippetop ligger en Sten af Form som en Kirke omgivet af Ruinerne af en sammenfalden By.
Og om ogsaa ikke alle Stenene ligner noget, man kender, saa kunde de godt være noget forhistorisk, mystisk, gruopvækkende noget.
At gaa her en Maaneskinsnat – det vilde passe for Drengen, der drog ud i Verden for at lære at gyse. Og det bliver endnu særere, fordi der ikke ses Spor af Mennesker, eller Menneskeværk, undtagen den lille Jernbane, der slingrer ud og ind i dette underlige Planetlandskab. Se der! Paa den Sten sidder nu grangivelig en lille Ugle – aa, det var ogsaa en Ugle, for der fløj den! Det var en hel Lettelse, at den var virkelig.
Golfo Aranci
Snart efter fører Banen atter gennem fredelige, grønne Egne, og da Solen rød og straalende gaar ned bag de lyse, slørede Bjerge, er jeg atter ved Sardiniens Port, den yndige Golfo degli Aranci.
Der var saa dejligt i den fredelige maaneklare Aften ved den henrivende Indsø, som Bugten danner, at jeg bestemte mig til at blive i Golfo Aranci nogle Dage. – Naar man vil stille grumme smaa Fordringer, kan man til Nød holde Livet oppe ved at spise i Jernbanerestauranten, og der er meget ordentlige, smaa Værelser at faa ovenpaa i selve Stationsbygningen, hvorfra man har den skønne Udsigt over Golfen, indrammet af smaa, hvide, blomstrende Akasier.
Morgenen oprandt varm og straalende med lyse Farver over Land og Hav det var Elysium! Det var, som om Blomsterne skød op og sprang ud for min Fod, hvor jeg gik, paa én Formiddag var Engen ned mod Stranden blevet blaa af Iris: – Her skal jeg glemme – mens I fremad ile. Livet og Verden – Tid og Evighed – – – men hvad er dog det for en prosaisk Lugt? Urtekræmmerbutik paa en Lørdag Eftermiddag – jo, der stod sandelig nogle smaa Planter, der grangivelig saa ud og lugtede som grønne “Alpeurteoste” – slet ikke Elysium mere – – Byen, Golfo degli Aranci, om man kan kalde den saadan, bestaar af en dobbelt Række smaa, lave Fiskerhuse, hvor alle Hønsene har smaa, dunede Kyllinger, og alle Mødrene har mange smaa, aldrig vaskede, skraalende Unger.
Den Smule Liv og Bevægelse, der findes i Golfo Aranci, koncentrerer sig paa den yderste Ende af Molen, hvor Dampskibet, som kommer fra den store Verden, lægger til. Der ligger ogsaa det lillebitte Posthus, saa lille, at man næsten ikke kan finde det. Hvilket Badested her kunde blive! Vandet er lyst og gennemsigtigt, men dog farvemættet, bræmmet og mønstret af purpurrøde, dybblaa og grønlige Striber og Figurer. Sandet er hvidt og fast, og de smaa, indsmigrende Bølger snakker sødt om Stenenes Grund.
– Men Hajerne? Ja, de gaar nok længere ude paa Dybden.
Semaforen Capo Figari – Molara – Tavolara
Den sidste Aften paa Sardinien gik jeg op ved Semaforen, der ligger højt oppe paa Capo Figari. Stien derop førte gennem et Krat af blomstrende vilde Myrter og Cistusbuske, hvor Blomsterduften var saa stærk, at det næsten var, som om den havde Legeme. Over Krattet bølgede et gult Silkeslør af lyse Græsaks paa menneskehøje Stilke.
Ensomt og øde ligger Semaforens sort og hvidtavlede Bygning, højt oppe paa en nøgen, graahvid Klippe, hvor ikke engang den koralrøde Isplante, der ellers plejer at klæde alle Sten og Klipper, har kunnet faa Fodfæste.
Jeg satte mig paa en Sten noget nede ad Stien og saa mig om. –
Tilhøjre gik en snever, mørk Dal ind i Landet, vild og utilgængelig med sit tornede Krat; tilvenstre laa det lyse Hav udbredt som skinnende Atlask, og paa dets Tæppe var strøet som kostelige Juveler de store og smaa Øer. Figari mørk og grøn som en kæmpestor Borgruin, med stejle Klippevægge, som dannede to Terrasser paa dens høje Top; indunder den var Vandet sorteblaat af dyb Skygge. Den lyseblaa Molara og de luftige Forbjerge fortonede sig ud mod Horisonten, den ene Række bagved den anden; ligefor skød sig murstejlt op af de blanke Vande Tavolara som et bævende, rødmende, vidunderdejligt Fata Morgana.
En Sky, der havde snurret sig rundt og rundt om sig selv, saa den tilsidst lignede en mægtig stor, styrbar Ballon, opløste sig i en Regn af Rosenblade, der sagteligt gled ud i den skære, rodgyldne Aftenhimmel. Og Himlen og Havet forenede sig under en mystisk Purpurtaage.
Her sad jeg ganske alene i en Natur saa frisk og uberørt, som paa Verdens første Dag. Der kom over mig en ganske urimelig Følelse, som maatte jeg ønske, at det altid kunde blive ved at være saadan her, at Jorden maatte ligge hen, lige skøn, lige blomstersmykket og unyttig, at Folket maatte blive ved at være uvidende og uciviliseret ligesom nu, elske, hade og myrde hinanden ligesom nu-kort sagt, være lykkelige.
Du vilde, skønne Ø – naar først Fællesmejerierne løfter deres sorte Skorstene ved alle Stationer, og Folk kun dræber hinanden med Tunge og Pen – naar her er kommet Gymnastikforeninger og Hoteller og rejsende med Bädecker, saa vil Dine Herligheder være kendt Europa over, og Dine Børn vil have lært at vaske sig og følge Moden. – Men da vil Din oprindelige, enestaaende Poesi være tab – uigenkaldelig og for stedse.
Postkort og fotos fra det 19. og begyndelsen af det 20. århundrede
af Binari a Golfo Aranci (Massimo Velati), Facebook
Thomas Asby, La Sardegna di Thomas Ashby. Fotografie 1906-1912, Carlo Delfino Editore, 2014 ⇒
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