L’ESCURSIONE NAZIONALE DEL TOURING IN SARDEGNA

di GIOVANNI MIRA

in

LE VIE D’ITALIA

Rivista mensile del TOURING CLUB ITALIANO ⇒

Organo Ufficiale dell’ente nazionale per le industrie turistiche

Luglio 1921

(pp. 721 – 728)

Il convoglio di barche che conduce i gitanti dal porto di Cagliari a visitare le saline.

Or sono tre anni, quando dalle contese rive del Piave l’Italia in armi stava per balzare nell’ultimo impeto vittorioso della riscossa e della redenzione, i rappresentanti del Touring portarono al fronte e distribuirono a tutti i soldati delle due gloriose brigate sarde la Reggio e la Sassari il volumetto della Guida che descrive, con esattezza di studioso e con affetto di fratello, la loro bellissima terra.

A tre anni di distanza, il patto d’amore di cui quel dono volle essere simbolo, ha avuto una nuova e più solenne consacrazione nel devoto pellegrinaggio che ha condotti dietro la bandiera del Touring oltre trecento Italiani d’ogni regione a visitare la Sardegna,

La grande escursione nazionale, che si svolse dal 17 al 18 del passato maggio, non è stata, nella sua preparazione e nella sua attuazione, un’impresa facile.

Assicurarsi, nell’odierna penuria di naviglio, il piroscafo che potesse tragittare i gitanti dal continente all’isola e poi dall’isola al continente; organizzare una colonna d’automobili che potesse trasportare oltre trecento persone per circa mille chilometri di strade; creare i servizi logistici che sapessero approntare di tappa in tappa il pranzo e la cena per così grossa comitiva; di tappa in tappa preparare per ciascuno un sia pure modesto giaciglio per la notte e tutto questo in un paese in cui manca completamente ogni attrezzatura turistica, e in cui non soltanto erano affatto ignote le grandi comitive, ma rarissimi sono anche i gitanti isolati era un insieme di problemi e di difficoltà che soltanto un organismo che avesse l’esperienza ed i mezzi, ed anche diciamolo le simpatie che ha il Touring, poteva adeguatamente risolvere.

Ma quanto più ardue furono le difficoltà da superare, tanto più vivo è oggi il nostro compiacimento per l’esito dell’escursione. A che gioverebbe stendere qui una relazione ordinata e particolareggiata? Chi ha preso parte alla gita troverebbe fredde e scialbe parole al posto delle lucenti immagini incancellabili dei suoi ricordi; chi non v’ha preso parte attenderebbe invano il prodigio che gli desse la visione delle cose non viste.

Adunata e sosta in aperta campagna delle 16 autovetture componenti la colonna.

L’incontro di una delle autovetture della colonna con l’antica corrierа.

Chi potrà descrivere il primo inoltrarsi tra i colli della Gallura, fioriti di rose e canori d’allodole, pei quali, a lunghi tratti, ci salutava il gesto austero d’un solitario bifolco? e la fugace apparizione di Castelsardo, erta cittadella sullo dolce riva del mar d’opale, con la Corsica in fondo all’orizzonte: e la meravigliosa giostra dei cavalieri e delle amazzoni, convenuti, nelle fogge antiche de loro casati, sui loro polledri generosi, a salutare il nostro ingresso in Sassari prode gentile; e il lavoro titanico che tra le montagne sconvolte i cui piede il Tirso volge i suoi meandri sta maturando la forza e la fecondità per l’avvenire: e Oristano dolcemente adagiata tra le palme nel puro tramonto; e Iglesias operose in mezzo alla cerchia pulsante delle sue miniere: e Carloforte dalla ligure parlata che vede ad ogni primavera il suo mare insanguinarsi per la mattanza; e Cagliari, la capitale, che s’asside con dignità sovrana sul dolce pendio dei suoi colli e digrada sorridendo a specchiarsi nel suo golfo lunato; e il selvaggio silenzio del Sarrabus popolato di cignali e di daini; e le alpestri giogaie del Gennargentu su cui muoiono ahimè le antiche foreste, ed innumeri greggi errano libere di pastura in pastura; e il rustico sagrato di Fonni col suo popolo fedele alle antiche vesti ed i suoi riti secolari e le sue danze e le sue zampogne; e Nuoro, Monti, e Terranova, e Alghero, e Abbasanta, e Guspini Muravera, e Villaputzu, Tortolì, e Lanusei, ed altri borghi, ed altre campagne, e valli, e monti, e fiumi, ed isole… Una visione richiama l’altra, e la nostalgica memoria non sa disgiungere il diletto di rievocarle col rammarico di non aver potuto, se non per attimi fuggenti, fermarle.

Affinché almeno qualcosa di queste visioni rimanga anche nelle pagine della nostra Rivista – per quel tanto di vita che è concesso trattenere alla impassibile pupilla d’una macchina – riproduciamo qui alcune delle istantanee che il fotografo ufficiale della escursione ha potuto prendere lungo il cammino.

Colazione turistica all’aria aperta presso Tempio.

L’ingresso trionfale dei gitanti a Nuoro.

Popolo e bandiere attendono i gitanti alle porte di Oristano.

La borgata di Fonni vista dall’alto.

Sulla piazza di Fonni, in attesa della processione.

Suonatore di Fonni.

Gruppo di cavalieri che aprono la processione.

Gruppo della processione del corpus domini a Fonni.

Un’ardita grandiosa opera che sorge nella terra dei nuraghi: i lavori del bacino del Tirso.

Gitanti assistono come spettatori alla prima mattanza dell’annata presso l’Isola Piana.
Il quadrato delle barche intorno alla camera della morte
Il panico dei tonni vicini alla superficie.
La cattura delle vittime (vedi “Guida della Sardegna del T. C. I., pag. 69-70)

Pure, sia concesso di dire ad un gitante, il quale in questo è certissimo di interpretare il sentimento sincero di tutti i compagni di gita, che quello che resterà più profondamente impresso nei nostri cuori più delle bellezze della natura, più della maestà dei monumenti, più dei grandi spettacoli del lavoro sarà il ricordo delle accoglienze affettuose ad un tempo e grandiose, dell’ospitalità squisita, della gentilezza impareggiabile con cui i fratelli di Sardegna ci vennero incontro lungo tutte le tappe del nostro cammino.

Le tradizioni dell’ospitalità sarda sono a tutti ben note; eppure il modo in cui s’espresse verso la carovana del Touring fu tale, che tutti ne furono sinceramente e profondamente commossi.

Dalle fanciulle di Terranova che recarono al piroscafo approdante, col primo saluto, i primi fiori della Sardegna, ai rappresentanti dei Consigli provinciali di Sassari e di Cagliari che ci vollero accompagnare per lungo tratto di strada delle rispettive provincie dalla bella messaggera che ci venne incontro in motocicletta da Tempio per darci il benvenuto della Gallura, ai Sindaci e ai Consigli Comunali di tutte le città e di tutti i villaggi che vollero onorarci con ricevimenti: dalle personalità distinte ed egregie che vollero dare al Touring particolar dimostrazione di generosa deferenza, alle povere donne del popolo che porgevano i bimbi alle nostre carezze; dalle grandi aziende industriali che signorilmente ci ospitarono nelle sedi del loro lavoro, alle famiglie gentili che offrirono le loro case pel riposo dei visitatori sconosciuti, dal Comandi dell’Esercito, che misero a nostra disposizione uomini, locali e mezzi in tutta l’isola, ai Comandi dell’Armata, che ci furon larghi di ogni più premuroso aiuto nei percorsi marittimi: tutti insomma fecero a gara per rendere più bello, più agevole, più ricco di attrattive, più lieto nei brevi giorni che durò, più dolce nella lunga memoria che ne rimarrà, il nostro viaggio a traverso la Sardegna.

Una sorridente madonnina sarda.

Donne di Lanusei che recano ai gitanti il saluto dell’Ogliastra.

A tutti vada il nostro commosso ringraziamento: ringraziamento che, anche pel timore di qualche dimenticanza che sarebbe colpevole, si dirige a tutti, senza nomi, e tutti avvolge in un unico forte abbraccio di santa fraternità.

Una parola sola mi sia concesso di aggiungere; una parola di gratitudine non dirò maggiore, ma, s’è possibile, più affettuosamente familiare, ai Consoci e al Consoli del nostro Touring (e tra essi al dottissimo illustratore delle antichità sarde), i quali ci han fatto sentire ancora una volta, nelle città più popolose come nei più remoti villaggi dell’isola, quanta forza ideale sin nel nostro Sodalizio e quanta potenza pratica ne possa scaturire.

Al loro entusiastico e disinteressato lavoro molto si deve del buon successo della escursione: e anche dal più lontano ed umile tra essi ogni gitante ho appreso quanta bellezza vi sia nella solidarietà della grande famiglia, e quanto amore essa meriti da tutti i suoi figli.

L’escursione nazionale in Sardegna ha avuto termine con un rito solenne la visita e l’omaggio alla tomba di Garibaldi sull’isola di Caprera.

A chi scrive queste rapide note toccò quivi l’alto onore di esprimere, davanti alla nuda pietra che ricopre le ossa dell’Eroe, il sentimento di tutti i compagni. E chiuse il suo dire così: Il nome di Garibaldi, che sarà sempre profferito con riverenza, in tutte le terre, da tutti gli uomini che sappiano amare un’idea, e soffrire e lottare per essa, acquista per noi, che siamo qui i rappresentanti della grande famiglia turistica italiana, anche il senso d’un ammaestramento e d’un ammonimento preciso. Essa ci riconduce alle ragioni più profonde ed ai fini più alti del nostro Sodalizio e della nostra attività, ci chiama e ci esorta ancora a conoscere, a studiare la nostra terra; ad avvicinare e congiungere, idealmente e praticamente, città a città, regione a regione, tutte le sue parti, perché meglio si comprendano, perché meglio si amino, perché meglio cooperino al comune avvenire,

Con questa profonda amino, perché meglio cooperino al comune avvenire coscienza della sua missione, il Touring ha indetto e attuato questo viaggio a traverso la Sardegna, e confida, che da esso sorga una più salda e più intima e più feconda unione di pensiero, di volontà e di lavoro.

Per tutti gli eroi di Sardegna che dormono lontani il loro sonno tra le vette o nelle acque della nostra guerra, per tutti i figli ai cui occhi morenti raggiò la luce che aveva raggiato a questo nostro grande padre, sia questo il voto, col quale c’inchiniamo, prima di partire e di separarci, all’altare di Caprera.

NOTA. La Direzione del T., associandosi alle calde parole di gratitudine del collega prof. Mira, che fu l’eloquente interprete dei sentimenti suoi e di quelli dei compagni nel corso dell’escursione, desidera di ricordare in una semplice enumerazione, diremo quasi in una messa all’ordine del giorno, alcuni dei più benemeriti cooperatori del buon esito del la gita. Rivolge anzitutto il pensiero a S.E, il ministro Giovanni Sechi, che già tante volte si dimostrò così compreso dei fini che il Touring si propone con queste iniziative, ma che questa volta diede forse con maggiore compiacenza il valido aiuto, perché si trattava della sua Sardegna.

Altri fervidi nostri collaboratori furono il Generale Gastone Rossi, comandante la Divisione di Cagliari, il Generale Attilio Zincone, comandante la Brigata Reggio, il Tenente Colonnello cav. Domenico Odello, del Comando della Divisione di Cagliari, il Capitano di vascello Pietro Lodolo, comandante la piazza marittima della Maddalena, e il Comandante Giuseppe Genta che, coi suoi gentilissimi ufficiali, ospitava la carovana sulla Regia Nave Eritrea.

Un ringraziamento vivo e cordiale dobbiamo pure rivolgere agli illustri rappresentanti delle due provincie e dei comuni pei quali passò la carovana e che la vollero ospite nelle rispettive sedi, in particolar modo al conte comm. G. B. Massara, Prefetto di Cagliari, al comm. Renato Malinverno, Prefetto di Sassari; all’avv. Boy, Presidente della Deputazione provinciale di Cagliari, all’avv. Sale, Presidente della Deputazione provinciale di Sassari, al prof. grand’uff. Ottone Bacaredda, Sindaco di Cagliari, all’avv. prof. cav. Flaminio Mancalconi, Sindaco di Sassari. La gratitudine espressa ai rappresentanti delle due città principali sia estesa a quelli delle altre città, delle borgate, dei villaggi che con eguale fervore dimostrarono ai gitanti la loro fraterna simpatia. Fra le persone che li accolsero con la più signorile cortesia dobbiamo inoltre ricordare: il conte e la contessa Arborio Mella di Sant’Elia, che ricevettero la comitiva nella loro splendida villa di Sassari; l’ing. Giulio Dolcetta, consigl. deleg. della Soc. del Tirso e l’ing. Felice Costamagna, direttore dei lavori del Tirso; l’ing. Andrea Binetti, direttore delle miniere di Monteponi; il marchese Pes di Villamarina, che riservò agli escursionisti lo spettacolo grandioso e indimenticabile della prima mattanza dell’anno; il sig. G. B. Corona, che offerse loro i prodotti della sua florida fattoria presso Ierzu; Mons. Emanuele Virgilio, vescovo dell’Ogliastra, che volle l’intera carovana ospite del Seminario di Tortolì, ove essa trovò la più cordiale e premurosa assistenza.

Ed ora una parola di ringraziamento e di gratitudine anche agli organizzatori nostri che furono tutti ammirevoli di attività e di abnegazione: in primo luogo al comm. Mario Tedeschi, direttore generale dell’escursione, al cav. Zanocco e alla sua infaticabile squadra di approvvigionamento (sigg. Luigi Buratti, Mario Castelli, Luigi Chiari, Pietro Mezzenasco, Franc. Polastri, Tomaso Ranoni, Giuseppe Reina, Gaetano Rossi, Benvenuto Sala, Battista Sommaruga, Stefano Taccani); e alla Commissione per gli alloggi (signori cav. Romeo Fossati, rag. Cesare Lentesi, rag. Mario Taccani).

Siano qui ricordati anche i Consoli del Touring dei quali ci fu più preziosa la collaborazione nel preparare e nell’attuare la gita: il sig. Romeo Riccardi e il cav. Gervasio Costa di Sassari, il rag. cav. Guido Costa, il sig. Gaetano Pellerano e il sig. Vittorio Vannucci di Cagliari, il dott. Candido Gandolfo di Carloforte. E in mezzo alla famiglia del Touring sia anche ricordato il prof. comm. Antonio Taramelli, direttore del Museo Archeologico di Cagliari, che da par suo fece ai gitanti l’illustrazione del Nuraghe Losa. Vogliamo poi accennare all’opera lodevolissima dei sei capi sezione (sigg. prof. Ettore Mascheroni, Domenico Boratto, Ennio Cassoni, cav. Luigi Guidali, ing. Amilcare Pezzini, cav. uff. ing. Gino Rava), e vorremmo ricordare anche parecchi capi squadra.

Né dobbiamo tacere il volonteroso contributo prestato dai sei medici (dottori cav. ufficiale Giovanni Orrigo, cav. Giuseppe Bini, Enrico Cordioli, prof. Angelo Bellini, Enrico Magagni, Archimede Mischi).

Infine una parola di viva e meritata lode alla S. A. T. A. S. per il lodevolissimo servizio prestato, sia per quanto riguarda il numero considerevole delle autovetture che percorsero circa mille chilometri senza incidenti, sia per quanto riguarda il personale, sotto la vigile direzione del signor Guido Montali.

E qui facciamo punto, pur sapendo di non aver assolto con queste righe il nostro debito di gratitudine verso tutti gli amici, vecchi e nuovi, che ci furono cortesi del loro aiuto e della loro collaborazione.

LA DIREZIONE DEL T. C. I.

Da sinistra a destra: il cav. Moro e il prof. Mira, del consiglio del Touring, e il comm. Avv. Bacaredda, sindaco di Cagliari.

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