VI.8 – Il lutto
di Maria Azara
Il lutto in Gallura è rigorosamente osservato nelle campagne, ma in città, dove la vita si svolge più rapidamente, molte fra le vecchie tradizioni sono scomparse o vanno scomparendo.
Per un mese, in alcune località, per tre mesi in altre, le finestre e le porte devono restare chiuse, perché undi la mòlti è intrata sia silenziu e tristura [dove la morte è entrata sia silenzio e tristezza].
Alle finestre sono applicate tende di colore oscuro; una coperta oscura è stesa sul letto, che talvolta è pure tinto di nero al pari del caminetto. È messo alla testata del letto matrimoniale, quando muore uno dei coniugi, un nastro nero.
Anche gli specchi sono velati di nero e i fiori, simbolo di letizia e di allegria, sono banditi come ornamento della casa e servono soltanto per essere messi innanzi a qualche ritratto e sulla tomba dell’estinto.
Il lutto, almeno un fazzolettone nero in testa, è fatto portare anche alle domestiche e alle dipendenti.
I marinai a Santa Teresa di Gallura tingono in nero per un anno la barca quando muore il padrone.
A Luogosanto chi è in lutto non deve mai prestare il proprio cavallo perché sia usato in cortei nuziali; porterebbe malagurio.
Ad Olbia si toglie il collare al cane, e dal campanello, che pende dal collo delle bestie, (vacche, pecore, capre) guidatrici degli armenti e delle mandrie, è tolto il battaglio (la schidda).
A Calangianus, poi, al cavallo e ai buoi preferiti dall’estinto è legato un nastro nero.
Gli abiti di lutto sono completamente neri, tanto per gli uomini come per le donne, e sono portati per lungo tempo. La vedova porta il lutto per tutta la vita, se non passa a seconde nozze; per il padre e per la madre i figli lo portano in alcuni posti due anni, in altri tre; i genitori, per i figli e i fratelli, un anno di meno.
Il marito mette la camicia nera, e, in qualche posto, almeno per tre mesi non deve cambiarla.
Le donne rivoltano sulla testa, già coperta con due fazzoletti neri, oppure uno nero e uno bianco, la parte posterione della gonnella nera, pòltani la faldetta incupaltata: e gli uomini, come ho già accennato, portano il cappottino di orbace col cappuccio, ma soltanto nel primo periodo del lutto strettissimo. Essi, inoltre, per parecchi mesi, non si radono la barba né si tagliano i capelli (215).
(215). Gli sposi che abbiano sposato da meno di un anno, ed i fidanzati non portano lutto.
È superfluo dire che è vietata, specialmente alle donne, qualsiasi partecipazione a feste o a cerimonie che abbiano comunque una intonazione di letizia.
Gli estinti sono, poi, ricordati e la memoria ne è esaltata in tutti i modi. Religiosamente, facendosi per il defunto tridui e novene nell’anniversario della morte; in casa con la conservazione gelosa di oggetti a lui cari (si dice: chistu è una mimória di la bòn’anima di…, questo oggetto è una memoria della buon’anima di…) e con la imposizione del nome di lui a qualche bambino che nasce dopo la sua morte; fuori di casa, tenendo a dimostrare che se ne segue l’esempio, facendo opere di bene in suo nome.