V.13 – Visite dopo il matrimonio e viaggi di nozze
di Maria Azara
Nella prima settimana dopo le nozze gli sposi ricevono le visite dei parenti e degli amici, ma più spesso è la sola sposa che riceve, perché lo sposo, dopo un paio di giorni, riprende il proprio lavoro con maggior lena determinata dalla responsabilità per la nuova famiglia che egli s’è creata, responsabilità che è molto sentita.
Nell’ottavo giorno del matrimonio gli sposi restituiscono le visite. Vestiti con gli abiti che indossavano il giorno delle nozze.
In generale gli sposi hanno una casa per loro; ma quando abitano nella casa dei genitori della sposa si dice che il genero è a taula franca (a tavola franca). In questo caso la madre dello sposo va a visitare la sposa al nono giorno dopo le nozze.
Il viaggio di nozze per i pastori consiste in alzà a Tempiu (salire, perché Tempio è in alto, poco meno di seicento metri sul mare) e farvi acquisto di qualcosa, che sia utile per la nuova casa e che gli sposi portano nella capace bisaccia posta trasversalmente sulla sella. Gli sposi facoltosi della città e dei villaggi usano, però, recarsi a Sassari o a Cagliari e ancora più spesso a Roma. Quelli della campagna non mancano di andare in pellegrinaggio a qualcuna delle chiese più rinomate per propiziare la fecondità alle loro nozze: per esempio a Santa Maria delle Grazie in Padulu; a San Paolo di Monti; a San Rocco di la Fumosa; e gli sposi della zona terminale con l’Anglona si spingono anche fino alla Chiesa di Santa Maria del Latte dolce presso Sassari, a Monte Alma presso Nulvi e a San Gavino di Porto Torres.
Non mancano contemporaneamente di ricorrere alle fattucchiere e ad altri straordinari rimedi come quello caratteristico e conosciuto, ritengo, soltanto nella zona di Calangianus di jumpà la liccia-suara (saltare il leccio sughero).
Questa pianta è un incrocio ibrido, molto raro, di leccio e di sughero, e si crede che se la sposa passa un determinato numero di volte su un ramo di questa pianta, certamente avrà presto figli.