Musica

di Francesco De Rosa

La musica che dilettava circa cinquant’anni fa l’orecchio dei Galluresi era quella delle pive o fistole, o tibie, come si chiamavano dai Latini, perché fatte dagli stinchi delle leonesse, degli orsi, degli elefanti, ecc. ed in lugodorese appellate truveddas (li truéddi), [pifferi], forse dal suono truvo emesso dalla più grossa cannella.

D’ordinario le fistole erano tre, una più grossa e lunga delle altre, detta trueddoni, che suonava in do; una più esile e corta detta lu falzittu che suonava in mi, ed una mediana detta la truédda che suonava in sol, le quali fistole il suonatore si metteva in bocca a guance gonfie, serrandole fra le labbra, collocando a destra il basso (la piva mezzana), a sinistra il soprano (la fistola esile) ed in mezzo il tenore (la più grossa cannella), sostenendole fra le due mani col dito grosso di sotto e gli altri di sopra, giocando sopra i fori che variano i toni, protraendo il suono per una o più ore soffiandovi dentro con maestria, talvolta senza fermare o sospendere nemmeno d’un poco il filo della melodia, che fluiva come continua dalle canne dell’organo, e ciò perché i suonatori si sono abituati a respirare suonando, per la via del naso.

Le note emesse dalle tibie erano semplici, con modulazioni distese, con trapassi, salite, abbassamenti schietti, con acutezza di sottilissimi ed affilatissimi suoni, mescolati a tempo con intonature occupate, velate, rauche, profonde, che nell’insieme producevano una gradevole ed appassionata armonia.

 Le tibie sarde erano in uso presso i più vetusti popoli orientali dai Babilonesi, dai Persi, dagli Assiri, dai Fenici, dai Aramei, dai Greci ecc. Il Gabinetto d’Hamilton, il museo del Gori, le dipinture etrusche del Passeri, il museo Chiusino, il museo Gregoriano, i vasi di Canino ecc., ci mostrano dappertutto le tibie sarde alle cene funerarie, alle danze, alle nozze, ai sacrifici. Probabilmente l’huggab inventato da Jubal non era diverso dalle tibie sarde. Alle tibie tenne dietro lo scacciapensieri, a questo l’armonica, ed ora sono in uso, oltre questa, altri strumenti da corda e da fiato.

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